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Posta Napolista / La cicca di Sarri

Parla la sigaretta del mister, la prescelta per la partita. Lui ha bisogno di me.

Posta Napolista / La cicca di Sarri

Fuori c’è un frastuono spaventoso.

Me ne sto tranquilla, al calduccio, nascosta in una tasca della tuta. Per ora.

Trema il San Paolo all’inno della Champions, l’arbitro fischia: è giunto finalmente il mio momento.

Il Mister mi tiene tra le mani. Mi accarezza, mi stringe forte tra i denti quando è nervoso, divento parte del suo sorriso se la squadra rispetta le consegne. Per tutta la partita esploro le sue labbra: sono piccola, umida e spenta, ma mi sento una regina.

I mozziconi, di solito, finiscono per terra o, ancora peggio, nella spazzatura. Nelle giornate di pioggia annaspano nel fango, calpestati distrattamente da scarpe inzaccherate.

Io no. Sono la cicca del Mister. 

Uno, due, tre, quattro. Il Napoli ha vinto, torno nella tasca della tuta. Il Mister è contento a metà: si può fare meglio, guai a perdere di vista l’obiettivo. Si accende una sigaretta vera e si concede qualche boccata.

Non sono gelosa. Perché dovrei?

La sigaretta si consuma velocemente dall’interno, tra un po’ di lei resterà solo una nuvola di fumo.

Fuori è scoppiata la festa.

Me ne starò tranquilla, al calduccio, nascosta in una tasca della tuta. Fino alla prossima partita.

Non sono gelosa. Perché dovrei?

Sono la cicca del Mister.

Lui ha bisogno di me.

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