Il Napoli domina nel primo tempo, poi subisce un gol incredibile (ahi Reina). Poi entra Milik e segna due gol di sinistro: è un centravanti vero.
Signore e signori, se qualcuno nutre ancora qualche dubbio su Arkadiusz Milik, si faccia visitare da uno bravo. Il centravanti polacco irrompe in quella che sarebbe dovuta essere la partita del turnover. La stravolge, e con una doppietta consegna la vittoria al Napoli per 3-1 e il primo posto in classifica. Napoli al comando con dieci punti in attesa di Inter-Juventus di domani. E con un centravanti vero in squadra. Uno che ha già segnato sei reti in quattro partite (le tre da titolare più il secondo tempo di Pescara e la mezz’ora di stasera). Un calciatore che ha voluto confermare le dichiarazioni di Mino Raiola: a questo punto, nessuno può discutere più dei 33 milioni spesi per lui.
Napoli-Bologna è stata una partita dai più volti. Un primo tempo in cui la squadra di Sarri ha tenuto il pallino in mano, e lo ha chiuso in vantaggio di un gol grazie a un colpo di testa di Callejon su splendido cross di Insigne. Se avesse voluto, il Napoli avrebbe potuto segnarne anche altri. Non ha affondato come avrebbe potuto. E lo ha pagato nel secondo tempo. La squadra è parsa in difficoltà, non controllava più il centrocampo, era sfilacciata. Il Bologna ha cominciato a rendersi pericoloso, arrivava con facilità al limite della nostra area e al 56esimo ha pareggiato con un tiro da lontano di Verdi che ha incredibilmente uccellato – per dirla alla Brera – un Reina nell’occasione imbarazzante.
Gelo sul San Paolo. A questo punto, però, comincia la partita di Arkadiusz Milik. Sarri lo manda in campo al posto di un inconsistente Gabbiadini. L’ex centravanti dell’Ajax impiega sei minuti a riportare il Napoli in vantaggio e altri dieci a chiudere la partita. Una doppietta, la terza, per un totale di quattro gol in campionato. E che gol. Stavolta di piede, di sinistro. Il primo da attaccante di gran classe: Hamsik lo vede partire sulla sinistra e gli lancia un pallone invitante, Arkadiusz entra in area e anticipa Da Costa con un pallonetto delizioso sul primo palo. Potremmo dire alla Beppe Signori. Il San Paolo è ai suoi piedi. La partita è cambiata. La paura sembra passata.
Altri dieci minuti e Arkadiusz mostra un altro numero del suo repertorio: il sinistro da fuori area; non vorremmo essere blasfemi, ma quasi alla Gigi Riva. Ancora sul primo palo, piega le mani a Da Costa. Tre a uno e partita chiusa. Chiusa da Arkadiusz Milik. Che poi lancia in porta uno straordinario Zielinski che viene abbattuto al limite dell’area da Kraft: Bologna in dieci uomini. Il capolavoro è completo. Dispiace per Manolo Gabbiadini, che avrà sicuramente altre occasioni, ma a questo punto la gerarchia nell’attacco del Napoli è chiara.
E chissà che qualche avvicendamento non sia avvenuto anche a centrocampo, vista la straordinaria prestazione di Zielinski autore di una partita a tuttocampo, densa di accelerazioni.
Contro il Bologna è andato in scena il Napoli del turnover. Quinta formazione diversa in cinque partite, compresa quella di Champions. Sarri cambia registro ed effettua quattro cambi rispetto a Kiev: Strinic, Zielinski, Insigne e Gabbiadini. Tre dei quattro sono decisamente promossi alla fine del primo tempo, probabilmente sono i migliori con Callejon. Sotto tono Gabbiadini.
È il solito Napoli di Sarri. Difesa alta, fraseggi veloci a centrocampo sempre alla ricerca dell’uomo libero e quasi sempre in avanti. Come un’automobile sempre pronta a cambiare marcia. Zielinski assicura accelerazioni, Hamsik i taglia, Strinic consuma la fascia sinistra, Insigne prende in mano la cloche e guida quasi tutte le azioni del Napoli. In una di queste, al 13esimo, Lorenzo pennella un cross al bacio per Callejon che arriva di corsa dalla destra e la schiaccia sul secondo palo. Quinto gol in campionato dello spagnolo e terzo gol di testa in campionato del Napoli (più i due di Milik in Champions).
Il Bologna, come ormai tutte le formazioni, piazza un uomo – Nagj – a uomo su Jorginho, mentre gli altri duelli sono tra Taider e Zielinski, e Dzemaili e Hamsik. Anche se ogni tanto, Donadoni li alterna. Anche perché stare dietro a Zielinski non è facile. Il polacco conquista l’ammonizione di Taider al decimo. Insigne padroneggia, sfiora il gol due volte da fuori area, una con un tiro che sfiora l’incrocio. Gabbiadini si è visto poco: un recupero a centrocampo, una punizione sulla barriera. Ma la partita sembrava incanalata.
E invece nella ripresa è cambiato tutto. Il Napoli sembrava spento. Ormai gli avversari sanno che il gioco passa da Jorginho che non ha l’abilità di Pirlo per liberarsi dalla marcatura e perde più di una palla preziosa in mezzo al campo. Né ha – Jorginho – il piede di Hamsik. Il Napoli, dicevamo, sbanda. Non riesce a fare filtro e in più Reina ci ricorda che forse il Napoli ha sottovalutato la questione portiere in questo pur eccellente calciomercato. Poi entra Milik e comincia un’altra partita. Anche Allan – entrato al posto di Jorginho, con Hamsik centrale di centrocampo – ha dato molta più intensità al centrocampo. Appena in campo, ha servito un pallone d’oro a Insigne che da quattro metri ha incredibilmente sparato alto.
Ancora applausi al Napoli che ha puntato su un calciatore che era sì centravanti dell’Ajax ma sul quale non era facile scommettere per il dopo Higuain. Sei gol in nemmeno un mese. Grande Milik. E grande Napoli che si gode il primo posto in classifica (e Callejon capocannoniere con cinque reti). Qualcuno avvisi i tifosi organizzati che il merito è soprattutto di De Laurentiis. Applausi alla stragrande maggioranza dei ventunomila spettatori che hanno sonoramente fischiato i cori contro il presidente.