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Il Napoli rimonta anche in Champions e ha un centravanti vero: Milik

Il Napoli vince a Kiev 2-1. Sofferenza a centrocampo ma tanto temperamento e nessuna parata di Reina. Palo di Mertens.

Il Napoli rimonta anche in Champions e ha un centravanti vero: Milik

Il Napoli esordisce in Champions con una vittoria in trasferta a Kiev in rimonta. Meglio non si poteva. Terza vittoria in quattro partite ufficiali. Terza rimonta. E seconda doppietta di Arkadiusz Milik che sale a quota quattro reti in quattro partite. La prestazione non è stata perfetta, ha certamente ragione Arrigo Sacchi (con cui tra l’altro si è dichiarato d’accordo lo stesso Sarri) , ma francamente era la prima partita in Champions di questo nuovo Napoli, con tanti calciatori che non l’avevano mai giocata, e la squadra ha mostrato temperamento ribaltando una partita che si era messa male col gol di Gushev al 26esimo del primo tempo. A parte Milik, ottime le prestazioni di Ghoulam e di Albiol (nonostante la sbavatura sul loro gol). Hamsik è parso un pesce fuor d’acqua, forse costretto a giocare un po’ più avanti. Detto questo. il Napoli aveva un obiettivo e lo ha raggiunto ed è in testa al girone considerato il pareggio tra Benfica e Besiktas.

Sarri ha schierato la formazione di fatto annunciata, col ritorno tra i titolari di Hysaj, Allan e Mertens e la conferma di Milik. È difficile parlare di questa partita senza soffermarci sul centravanti polacco. È stato lui che si è caricato la squadra sulle spalle e ha ribaltato il risultato da centravanti vero, con due colpi di testa in undici minuti. Il primo – alla Savoldi – al 35esimo, su perfetto cross di Ghoulam; il secondo – alla Pampa Sosa – dopo un salvataggio sulla linea di un difensore su colpo di testa di Mertens, ci ha pensato Milik sempre di testa a chiudere in porta. Il portiere ucraino non è stato impeccabile, ma uscire con un armadio come il centravanti polacco in area non è semplice. Non ha giocato male Milik. Soprattutto all’inizio del primo tempo. È stato bravo a venire indietro, poi si è smarrito per un paio di tocchi sbagli. E nello smarrimento di Milik si è inserita la Dinamo Kiev che ha segnato con un gol alla Garlini di Garmash.

Non è stato il solito Napoli. Tante palle perse in uscita. Palle non gestite bene dal centrocampo, dove non hanno brillato né Jorginho né Hamsik. Rebrov, come tanti altri allenatori, ha capito che l’italo-brasiliano va pressato con una marcatura appena prende palla; così facendo, si limita l’azione del Napoli. Hamsik ha faticato a trovare la posizione, a tratti è parso il calciatore spaesato dei tempi di Benitez. Mertens oscillava tra una posizione più vicina a Milik – solo una volta è riuscito l’uno-due nel primo tempo, poi il belga ha sbagliato lo stop – e la solita largo a sinistra. A sinistra, in realtà, ha imperversato Ghoulam che giocato molto bene sia in fase propositiva sia difensiva. Sempre nel primo tempo, Mertens ha sciupato un’ottima occasione tirando fuori da ottima posizione in area, solo davanti al portiere seppure un po’ spostato verso sinistra.

Nel secondo tempo, il Napoli non ha controllato come avrebbe potuto. Ma non ha corso grandi rischi.Il Napoli ha sofferto ma Reina di fatto non ha compiuto parate. Come del resto il suo collega ucraino. Avrebbe potuto subire soltanto gol su punizione da fuori di Iarmolenko a due minuti dalla fine. Altre sofferenze non ce ne sono state. Nel mezzo, invece, almeno tre occasioni per il Napoli. Due con Mertens: la prima, imbeccato da Hamsik al quarto d’ora della ripresa, l’ha sciupata aspettando un po’ troppo, e sulla seconda ha colpito il palo alla sua maniera: imbeccato da Zielinski (subentrato ad Hamsik al 61esimo) sulla sinistra, si è accentrato e ha calciato sul palo lontano e lo ha colpito in pieno. La terza con Milik, su cross di Ghoulam, ha sfiorato la terza rete in scivolata.

Poi quella che tutti hanno considerato la svolta della partita (e invece non è stata). L’espulsione di Sydorchuk per doppia ammonizione, la seconda per una plateale simulazione in area. È a questo punto che la partita è psicologicamente. Il Napoli non acquisito la solita sicurezza, ha continuato a balbettare, non ha saputo imporsi, non è riuscito a tenere palla (nemmeno dopo l’ingresso di Insigne). Bisognerà certamente lavorare in mezzo al campo, dove il Napoli in Europa paga una scarsa prestanza fisica e stasera si è visto.

Ci prendiamo la vittoria, i tre punti, il primo posto nel girone, il temperamento di una squadra che comunque avrebbe potuto segnarne tre o quattro, e un centravanti – Milik – che evidentemente non è stato pescato a caso dal Napoli ma scelto dopo un lungo lavoro di scouting. Il Napoli è primo nel girone e speriamo di aver assestato un altro colpo ai malati di nostalgia.

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