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Ventura si presenta: “Voglio una Nazionale umile”

Le prime parole del nuovo ct della Nazionale Italiana

Ventura si presenta: “Voglio una Nazionale umile”

 

Gian Piero Ventura di è presentato oggi come nuovo commissario tecnico della Nazionale. Si è chiusa un’era e se ne apre un’altra. “Non ho più l’età per emozionarmi” esordisce al suo arrivo Ventura con un grande sorriso.

“Sono felice di essere qui ed orgoglioso di essere stato scelto per allenare una delle nazionali più importanti. Devo ringraziare il presidente Tavecchio per la fiducia, il direttore Uva che in questi giorni mi è stato molto vicino e Conte che mi ha lasciato una squadra con delle conoscenze, con la cultura del lavoro che sono le cose che mi hanno accompagnato nel mio percorso calcistico.

Grazie a Conte parto leggermente avvantaggiato, ho scoperto che con la Nazionale c’é pochissimo tempo per lavorare, sono comunque convinto che attraverso l’organizzazione, l’unione, si possano raggiungere risultati importanti, anche importantissimi, e che possiamo ritagliarci uno spazio da protagonisti. Abbiamo grande voglia e sappiamo che per grandi obiettivi c’è bisogno di tutti. Noi abbiamo voglia di essere e diventare protagonisti con la squadra. C’é stato un riavvicinamento alla Nazionale da parte della gente e questo, insieme con gli obiettivi sportivi, é un punto molto importante di partenza”.

Ventura ha le dee chiare ma non vuole dimenticare l’eredità del suo predecessore  “Vorrei che questa Nazionale rimanesse umile come quella di Conte, determinata e feroce come quella di Conte, ma vorrei fosse anche eccitante, e questo gliel’aggiungo io. Ho tre giorni per preparare l’esordio nell’amichevole contro la Francia, altri tre per il debutto nelle qualificazioni contro Israele, quindi si riparte da dove il discorso è stato interrotto, dalla squadra dell’Europeo. Conte ha convocato tutti i giocatori convocabili; ci sono anche molti giovani in rampa di lancio, ma bisogna stare attenti a non bruciarli: io sono un assertore dei giovani, ma occorre procedere con prudenza. Nel calcio ci sono le annate: è stato il tempo dei difensori, poi dei centrocampisti, adesso la realtà offre molti esterni, il problema è che il 3-5-2 li penalizza. Quindi bisogna avere pazienza e procedere con una crescita graduale, perché sarebbe un peccato non sfruttare questa infornata di giocatori dalle caratteristiche ben precise”.

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