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«Per combattere la violenza alle donne, bisogna cambiare la cultura». Domani in bici sul Lungomare

«Per combattere la violenza alle donne, bisogna cambiare la cultura». Domani in bici sul Lungomare

Una ciclo-passeggiata sul Lungomare per sensibilizzare la città sulla discriminazione di genere e la violenza sulle donne, ma anche un’occasione per discutere di mobilità sostenibile, istruzione e sicurezza. Si chiama “Bicicrediamo: donne a ruota libera. L’onda bianca a Via Caracciolo”, ed è in programma per domenica 6 marzo a partire dalle 9.30 sul Lungomare. Ad idearla è stata Mariolina Coppola, socia di Soroptimist International e vicepresidente della sezione Italiana. La manifestazione è organizzata in tandem con la Fiab ciclo verdi, associazione ciclistica amatoriale.

«Lo spunto è quello della pubblicizzazione dell’app che ho creato contro la violenza sulle donne, S.H.A.W. Soroptimist Help Application Women – racconta Mariolina – L’ho presentata in 73 città, al Senato, alla Camera, ovunque, ma l’abbiamo sempre fatto al chiuso,  mai all’aperto. Il senso di Bicicrediamo era di organizzare un flash mob per dare maggiori informazioni sull’app e sensibilizzare ai temi della discriminazione e della violenza sulle donne. Ci sembrava carino farlo in bici a via Caracciolo, sperando che domenica non diluvi».

Shaw è una app gratuita che fornisce aiuto in caso di emergenza, consentendo di chiamare direttamente le forze dell’ordine ma anche i centri antiviolenza raggiungibili grazie alla geolocalizzazione. Non solo: fornisce anche tutte le informazioni riguardanti la legge 119/2013. L’app è stata accolta con grande favore ovunque sia stata presentata finora e che la manifestazione in bici contribuirà a far conoscere di più e meglio: «Ha avuto un grandissimo successo, ne hanno parlato più di 200 giornali, su Google occupa pagine e pagine, ho siglato molti protocolli con prefetti e sindaci. È stata accolta con favore dalle forze dell’ordine. A Napoli in questi giorni c’è affissione gratuita del materiale pubblicitario relativo ad essa. L’ho presentata in tantissimi ambienti, dalla Sun alla Cattolica all’Alma Mater di Bologna, è stato fatto un gran lavoro di comunicazione, molto faticoso, perché siamo una Onlus e lavoriamo senza soldi. Oggi l’app è sul sito della Rai, su quello del Ministero del Lavoro, sui siti dei comuni, e su quello della Cgil. Ma da qui a essere sicuri che chi l’ha scaricata la usi davvero ce ne vuole. Finora, comunque, abbiamo registrato 5mila download».  

Bicicrediamo è riservata esclusivamente a donne, anche con bambini a bordo. Cinquanta biciclette bianche offerte dalla ditta Schiano saranno a disposizione di chiunque voglia fare una passeggiata dalla Colonna Spezzata al Tennis Club e ritorno: l’unica cosa richiesta è che si indossi un tocco di giallo nell’abbigliamento, per richiamare il giallo con cui sarà illuminato il Maschio Angioino in occasione della festa delle donne. «La mia idea è, se affluiranno tante persone, quella di organizzare una staffetta, fare via Caracciolo avanti e indietro e poi passare la bici a qualcun altro. Il senso è quello di stare insieme e la bici ci sembrava il modo giusto per parlare di tematiche femminili e pubblicizzare la app». Non si tratterà solo di violenza sulle donne o di discriminazione di genere, però: «Vogliamo anche creare un movimento per guardare da un’ottica di genere la città di Napoli, quindi occuparci di mobilità sostenibile, istruzione, sicurezza, medicina di genere, pari opportunità, emancipazione e leadership al femminile, facendo conoscere al pubblico il lavoro socialmente utile delle donne e delle Associazioni».

Per la manifestazione, che apre il programma del Marzo Donna del Comune di Napoli, è stata scelta una testimonial di eccezione, Juliana Buhring, 34 anni, ciclista endurance e scrittrice che nel dicembre 2012 ha stabilito il primo Guinness World Record come donna più veloce a circumnavigare il globo in bicicletta in 152 giorni. «Juliana è stata cresciuta in una setta, “I bambini di Dio”, ha un’esperienza violentissima alle spalle. Ha visto morire una sorella ed è fuggita dalla setta con le altre tre sorelle. Per noi è molto importante la sua partecipazione: è una donna con un vissuto importante». Nel 2006 Juliana ha raccontato la sua esperienza nel libro “Not without my sister”, best seller internazionale tradotto in 11 lingue.

«La violenza sulle donne non è un tema sottovalutato – chiarisce Mariolina – Il problema vero è che siccome se ne parla tanto ha perso d’importanza. È peggio. Tutti ci riempiamo la bocca di queste cose, la legge sul femminicidio ha dato molti soldi ai centri di assistenza ma i soldi sono arrivati dopo mesi, nessuno controlla se una legge ha veramente efficacia. Ho creato una piattaforma digitale che presentiamo il 23 al Circolo Canottieri, rivolta ai dirigenti scolastici per introdurre il tema nelle scuole, ho usato un progetto nuovissimo della Regione Emilia, si chiama “Le mamme domandano”. Contiene tutte le domande che una mamma si fa quando va a denunciare, è fatta molto bene. Il fatto è che c’è molta resistenza nel denunciare ma anche che quando si denuncia non c’è molto controllo. Bisogna cambiare la cultura, è molto complicato. Non tutti sanno che nel Jobs Act c’è una norma che prevede che una donna vittima di violenza che denuncia può avere un congedo dal lavoro per tre mesi, perché se vado a denunciare e mi devo allontanare perdo il lavoro. Molte cose non si sanno e altre non sono ben applicate. Ma se non cambiamo la cultura, se non lavoriamo per non arrivare al centro antiviolenza e all’app non risolviamo nulla. Io sono anziana, ho lottato per il divorzio, per l’aborto, mi sembra così strano che dopo quarant’anni si debba lottare per una cosa assurda come la violenza. Pensavamo di aver acquisito dei diritti, invece evidentemente c’è ancora molta strada da fare».

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