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Col Villarreal il Napoli deve dimostrare di avere una mentalidad ganadora

Col Villarreal il Napoli deve dimostrare di avere una mentalidad ganadora

Ci sono tante cose belle e importanti nell’ultimo articolo di Max. Non lasciamole cadere, almeno due meritano un minimo di approfondimento. Se è vero, come è vero, che siamo tutti convinti – sui frequentatori di questo giornale metto la mano sul fuoco – che la crescita (calcistica) cui tendiamo deve trovare una risposta sempre più larga e convinta risposta nei comportamenti della squadra e dell’ambiente. Partendo, però, dalla considerazione che rispetto a pochi anni fa abbiamo fatto un bel pezzo di strada: oggi, tanto per dirne una, siamo consapevoli di aver perduto, male per giunta, solo una partita. Non la guerra. Chi l’avrebbe detto, pensando alle abitudini della casa. Ed ora veniamo a noi.

1) “Vincere a Napoli è incommensurabilmente più bello, ma dannatamente più difficile”. Ok, siamo d’accordo ma questo non significa che al momento opportuno – ne capitano pochi, sono i nostri attimi fuggenti – non ci si debba dannarsi l’anima per coglierli. Ridotta all’osso, la questione reca in sé, oltre la straordinarietà dei due avverbi che Max è andato a scovare nell’angolo più lontano del baule, la domanda delle cento pistole: è più colpa nostra o più merito loro se sabato sera c’era un Napoli meno convinto dei suoi mezzi tecnici e agonistici a giocarsi la partita? La risposta non può che essere la prima, altrimenti tocca riconoscere che è tutto merito della Juve, più furba e anche più umile, che ha accettato il ruolo gregario che a livello di manovra e di potenza offensiva la gara gli assegnava ed ha atteso, come il cecchino nascosto sui tetti, che la gara gli offrisse una occasione. A due minuti dalla fine, in omaggio a quella fortuna che Allegri più volte ha richiamato, l’occasione è arrivata e l’hanno colta sfruttando con cinismo spudorato, che è una sorta di marchio di fabbrica, l’unico errore di Koulibaly. E non è così, mi rifiuto di sottoscrivere questa sentenza.

2) Tutto ciò premesso e sviscerato, è vero che siamo deboli di testa, ma, dopo Torino, è ancora più vero che la guerra possiamo (dobbiamo) vincerla. Il messaggio di Sarri, la consacrazione dei tifosi e l’impegno degli atleti autorizza a credere che l’obiettivo sia ancora alla portata del Napoli, a patto che rialzi immediatamente la testa a partire da giovedì in Spagna. Con molto o poco turn-over è irrilevante: contro il Villarreal, che è avversario ostico e in qualche modo tatticamente speculare rispetto al modulo azzurro, il Napoli deve dare prova di aver dimenticato Torino e preparare l’affondo decisivo che porterà una settimana dopo nel match di ritorno al San Paolo. Il Napoli, cioè, deve dimostrare che comincia ad avere una mentalidad ganadora. Anche se per un attimo a Torino ha mostrato di non aver ancora completamente mandato a memoria la lezione.

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