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«Il Leicester ha reso la Premier romantica ma danneggia il campionato inglese: “tirano” le star, non l’equilibrio»

«Il Leicester ha reso la Premier romantica ma danneggia il campionato inglese: “tirano” le star, non l’equilibrio»

Rory Smith, editorialista del Times, termina con questa frase sibillina un magnifico pezzo pubblicato su Espnfc.com: «This has been the most romantic Premier League season in history. However, there will be those inside the corridors of power who might hope this year proves to be a passing fancy and not a lasting marriage». Traduzione semplificata: “Questa è la stagione più romantica nella storia della Premier League. Però, nei palazzi del potere, si spera che questa sia solo una moda temporanea e non una situazione duratura».

Il riferimento, ovviamente, è al Leicester City primo in classifica e alle sue due dirette inseguitrici, Arsenal e Tottenham. Squadre assolutamente inattese a inizio stagione ed incredibilmente così in alto ancora oggi che siamo a febbraio. Siamo partiti dalla fine perché la tesi di Rory Smith è interessante, anche se forse controversa e impopolare (per chi legge). In soldoni: il Leicester City in vetta alla Premier fa male al movimento calcistico inglese, soprattutto in proiezione futura. Spieghiamo, anzi lasciamo spiegare proprio il buon Rory: «Il Leicester e realtà simili potrebbero sembrare un nuovo, audace capitolo nella storia del calcio inglese. Ma la situazione economica della Premier League, soprattutto dopo i milioni provenienti dalle televisioni, potrebbe far sì che questo sia l’inizio di una vera e propria ondata di squadre medio-piccole all’assalto dei primi posti. Potrebbe avvenire non l’anno prossimo, ovviamente. Il prossimo Leicester potrebbero essere lo Stoke City, il Southampton o l’Everton. Potrebbe essere il West Ham che tra poco avrà anche un nuovo stadio (l’Olimpico di Londra) o potrebbe essere il Crystal Palace, se Alan Pardew riuscisse in qualche modo impedire che i suoi risultati siano simili al cammino in una partita del gioco dell’oca».

Quindi, il Leicester è e potrebbe essere solo l’inizio. Tutto bello, tutto romantico, la magia dello sport e cose così. Pure il giudzio dei tifosi non può essere che positivo. Uno studio – riportato nell’articolo – su un campione di appassionati di Bundesliga ha dimostrato che sette tifosi su dieci sono poco interessati al campionato a causa dello scarso equilibrio competitivo. Per loro sarebbe molto più bello un campionato stile americano, l’NFL ad esempio, in cui ogni anno qualunque squadra può ambire a un posto nel Super Bowl. Tutto questo, però, non sempre è vero. Lo dice la storia, soprattutto la storia. Lo dicono, incredibilmente, pure i tifosi e lo scrive così Rory Smith: «Studi più recenti tendono a dimostrare che un campionato riesce ad attrarre un pubblico vasto anche se non vive su un reale equilibrio competitivo. L’importante è che ci siano giocatori di qualità. Anche gli altri sport dimostrano questa teoria, che non è una sorpresa: nessuno rinunciò a guardare la Nba a causa di Michael Jordan e dei suoi Chicago Bulls; il golf ha conosciuto la massima popolarità proprio mentre Tiger Woods frantumava tutti i record possibili; la stessa Premier League è diventata ciò che è adesso grazie durante un periodo di dominio assoluto, quello del Manchester United. Se non credete alla storia, credete a Frederic Thiriez, boss del calcio francese, che dice che i 24 punti di vantaggio del Psg sulla prima “inseguitrice” fanno bene al calcio francese, in quanto attraggono il pubblico televisivo e negli stadi, mettendo la Ligue 1 al centro dell’interesse globale. Altre due ricerche del 2010 dimostrano una cosa semplice e intuitiva: la gente vuole vedere i grandi calciatori. Due accademici dell’Università di Lancaster, Babatunde Buraimo e Rob Simmons, hanno scoperto che i tifosi vogliono una competizione dove possano osservare il talento, al di là dei risultati del campo».

Da qui alle televisioni, il passo è breve e consequenziale: «Television companies are not stupid», scrive Rory Smith. Perché l’importante è che la gente guardi le stelle, «is the extent to which sports teams and leagues can increase the quality of the talent on show». E allora il Leicester è bello lì in vetta, ma solo per un anno. Poi si torna al solito. E sono proprio i tifosi a volerlo.

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