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Turn over, in Europa giocano tutti con i titolarissimi: Napoli in media con Atletico, Real, Manchester United, Barcellona

Turn over, in Europa giocano tutti con i titolarissimi: Napoli in media con Atletico, Real, Manchester United, Barcellona
Sarri

Turnover. Una parola che nelle ultime stagioni è diventata d’uso comune anche nelle discussioni del lunedì al bar tra appassionati di calcio. Della sua utilità si è dibattuto a lungo e non è facile giungere ad un’univoca conclusione al riguardo, perché inevitabilmente a condizionare i giudizi sono sempre e comunque i risultati. E per te, caro allenatore, a maggio poco importa se avrai gestito bene o male le forze, nulla conta se tu sia arrivato al traguardo strisciando o in corsa di slancio: se la bacheca sarà rimpinguata da un trofeo allora la tua gestione sarà stata perfetta a prescindere, diversamente l’aver alternato Tizio e Caio tra campionato e coppa risulterà essere stata una scelleratezza tecnica.

Sembra comunque utile, passato il primo quarto di stagione, confrontare la gestione tra diversi club europei che affrontano le coppe per verificare come vengono utilizzate le risorse umane, se vi siano analogie o profonde differenze tra un coach e l’altro, tenendo sempre presente la variabile infortuni che certamente incide nelle scelte di formazione fin qui determinate.

Sono state considerate undici squadre in totale tra Italia (Fiorentina, Roma, Napoli e Juventus), Inghilterra (United, City, Arsenal e Chelsea) ed infine Spagna (Barça, Real e Atletico). Quanti giocatori hanno usato finora queste squadre?

È l’Atletico ad aver fatto scendere in campo il minor numero di uomini (19) le altre squadre hanno concesso qualche minuto di gioco ad almeno 21 giocatori (Napoli e Arsenal), 22 (United, Chelsea, Real, Barça), 23 (Juventus, Roma, Fiorentina). In queste cifre sono però inclusi anche quelli che hanno giocato 5 minuti (oppure 40, 90, 120) contribuendo poco o nulla se consideriamo il minutaggio totale di 16 gare (15 per le spagnole).

Possiamo allora stabilire la soglia minima del 20% dei minuti giocati per differenziare coloro che sono stati effettivamente impiegati abbastanza regolarmente da coloro cui invece finora sono toccati solo scampoli di tempo. Allora vediamo che Chelsea, Arsenal e City ne hanno usati 15, a seguire la Roma (16), poi Napoli ed Atletico (17), United e Real (18), Barcellona (19) ed infine Fiorentina e Juve (20).

Da quando il Napoli è passato al 4-3-3 sempre più spesso si è parlato di “titolarissimi” e di “squadra tipo”, quasi con un’accezione negativa, come se Sarri volesse riproporre un’idea di gestione della squadra datata o d’altra epoca, quando le rose erano effettivamente composte da meno giocatori nonostante le partite fossero comunque tante (ad esempio per il Napoli ben 60 nella stagione 1988/89).

Ebbene, molti difensori della modernità forse storceranno il naso scoprendo che nelle undici squadre considerate, scorrendo i minutaggi è possibile quasi per tutte definire l’undici “titolare”. Varcando la soglia del 50% di utilizzo (rispetto al minutaggio totale di squadra) vediamo che lo United, il Real e l’Atletico hanno utilizzato 10 calciatori, il Napoli invece 11, mentre Chelsea, Barcellona, Roma, City, Fiorentina ed Arsenal 12. Solo la Juventus ne ha utilizzati meno di tutti (9), un dato che si potrebbe spiegare con le prolungate assenze per infortunio di Marchisio e Lichtsteiner, due calciatori di solito sempre presenti tra i bianconeri.

Naturalmente ci sono giocatori che vanno oltre l’essere utilizzati con regolarità, giocatori la cui presenza in campo è ritenuta fondamentale dagli allenatori, per ragioni tecniche o per fattori di personalità e leadership. In quest’ambito, ristretto ai calciatori che hanno giocato più del 90% dei minuti totali, troviamo che Simeone all’Atletico conta su ben 6 pretoriani (Oblak, Godin, Griezmann, Gabi, Tiago, Juanfran), mentre Allegri quasi mai rinuncia a 3 giocatori (Pogba, Bonucci, Buffon), ugualmente Pellegrini al City (Fernandinho, Sagna, Hart). Anche Luis Enrique ha 3 imprescindibili, Suarez, Neymar, Busquets, che sarebbero forse quattro se Messi non si fosse infortunato, anche per Wenger ci sono tre stacanovisti tra i gunners (Cazorla, Sanchez, Ozil). Sono invece 2 per la Roma (Manolas, Nainggolan) ed uno solo per Napoli (Reina), United (Smalling), Real (Ronaldo) e Chelsea (Azpilicueta). Unica anomalia è la Fiorentina che non ha alcun calciatore utilizzato così spesso, Sousa distribuisce minuti su tutta la rosa secondo un concetto di reale collettivo (e forse perché non ha individualità tali da imporsi come indispensabili in campo).

Guardando alla passata stagione del Napoli, possiamo dire che forse la differenza reale non è tanto nell’aver un undici preferito (anche nella passata stagione a questo punto erano 11 i calciatori ad aver disputato più del 50% dei minuti totali) quanto forse nel numero totale di giocatori coinvolti (oggi 17, invece 19 nella scorsa stagione). Questo aspetto però sta forse già cambiando con l’inserimento progressivo di El Kaddouri ed il recupero di Strinic che insieme a Gabriel possono essere alternative più che affidabili da affiancare a Valdifiori, Maggio, Lopez, Chiriches nelle rotazioni. Anche la distribuzione dei minuti è parsa un po’ meno omogenea rispetto alla passata stagione, d’altronde è stato lo stesso Sarri a spiegare che in questa prima fase ha voluto privilegiare la definizione di una forte identità di squadra rispetto ad una più sistematica turnazione degli uomini, ma le gare di Europa League testimoniano come sia più che a buon punto l’apprendimento e l’applicazione del progetto tecnico e tattico da parte di coloro che han giocato meno finora.

Una rosa ampia, se ben gestita, è certamente un valore aggiunto nell’arco di una stagione lunga e, tuttavia, è in primavera che si potrà apprezzarne i benefici quando toccherà affrontare due sfide di elevata difficoltà ogni settimana (tra Serie A , Coppa Italia, Europa League) e saranno quindi necessarie prestazioni ed energie sempre al top per dare seguito a quest’ottimo inizio di stagione.
Andrea Iovene

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