Caro direttore, asattamente trent’anni fa, il 3 novembre 1985, assieme ad altri novantamila fortunati, fui testimone oculare di un gesto sportivo a dir poco eccezionale, una prodezza mai vista prima (e nemmeno dopo) su un campo di calcio, entrata nella leggenda di questo sport come la “punizione impossibile”.
Provo a ritornare con la mente e con lo spirito a quell’indimenticabile giornata…..
Oggi in Curva A siamo tutti infreddoliti! Per essere a Napoli, fa un freddo cane, la giornata è davvero buia e piove pure a dirotto! Nonostante tutto, lo Stadio San Paolo è strapieno perché si gioca contro l’invincibile Juventus che dall’inizio del campionato ha vinto tutte le otto partite sin qui disputate. Un grande record! Ma qui a Napoli purtroppo abbiamo un altro record, quello dei tanti anni trascorsi senza mai battere la vecchia Signora, sembra quasi una maledizione. Eppure, questa volta abbiamo una “speranza” in più perché da quando c’è Lui in campo, nulla è diventato impossibile.
Sono nell’anello inferiore, al coperto per ripararmi dalla pioggia, proprio dietro la porta. Le “consegne” di mia madre sono state rigorosamente rispettate: «Si pure oggi, cu chistu mala tiempo, v’avite purtà ‘o guaglione a vede’ sta partita, mettiteve almeno ‘o cupierto, nun ce facite piglià l’acqua e ‘o friddo. E nun ve scurdate e ce ffa magnà a marenna». Con me ci sono, come al solito, i miei inseparabili accompagnatori: papà e zio Attilio. E pensare che proprio oggi non mi volevano portare allo stadio perché c’era troppo “mala tiempo” ma io non ho ceduto, con la Juve non si poteva proprio rinunciare e poi con 90mila persone intorno, il freddo non si sente nemmeno (o quasi).
Le formazioni sono le seguenti: Garella, Bruscolotti, Carannante, Bagni, Ferrario, Renica, Bertoni, Pecci, Giordano, Maradona e Celestini per il Napoli. Come al solito, la nostra formazione finisce al numero 10, perché è cosi grande l’ovazione nel sentire il Suo nome che copre qualsiasi altro successivo pronunciato dagli altoparlanti!
Tacconi, Favero, Cabrini, Pioli, Brio, Scirea, Mauro, Bonini, Serena, Platini e Laudrup per la Juve. La Juve è uno squadrone, si sa.
Finalmente inizia la partita e il Napoli, sospinto dal suo magnifico pubblico, assedia subito la Juve. Lui oggi è proprio scatenato, dribbla gli avversari come birilli. In un’azione di poco fa ne ho contati addirittura cinque juventini saltati, stava per entrare in area ma il sesto l’ha fermato brutalmente da fuori area: vederlo dal vivo è sempre uno “spettacolo nello spettacolo” ed il bello è che Lui nella grandi sfide non viene mai meno, anzi si esalta sempre! Ma oggi è davvero difficile, la Juve ha una difesa di ferro e nonostante gli attacchi continui del Napoli, il risultato non si sblocca. Il primo tempo finisce così a reti inviolate.
Nell’intervallo faccio una curiosa scoperta: pochi passi dietro di noi ci sono tre ragazzi che parlano tra di loro con uno strano accento, mi avvicino incuriosito e gli chiedo da dove vengono e se sono tifosi del Napoli! Quello che sembra il più piccolo deve avere la mia età e mi risponde: «Veniamo dall’Elba, non siamo tifosi veri e propri ma da quando c’è Maradona diciamo che siamo simpatizzanti del Napoli. Oggi siamo venuti apposta per vedere il “fenomeno” da vicino. E infatti non ci sta deludendo, è l’unico che può cambiare il corso di questa sfida». Rimango sorpreso soprattutto dalla provenienza di questi ragazzi, la loro isola la conosco solo perché sui banchi di scuola avevo appreso dell’esilio di Napoleone e mai mi sarei aspettato che un giorno qualcuno sarebbe venuto direttamente da lì per “incoronare” un nuovo Imperatore! Comunque, dopo essermi congratulato con questi nuovi amici “simpatizzanti” (eh si, Lui sta già rivoluzionando la vecchia “geografia” del tifo), ascolto anche i commenti di tutti gli altri tifosi vicino a me: se non la vinciamo questa volta, con la vecchia Signora non vinceremo mai più!
Inizia il secondo tempo ma il tema della partita non cambia. Il Napoli continua gli attacchi e la Juve si difende. La Juve poche volte si è resa pericolosa in attacco, persino un campione come Platini oggi non sta facendo una grande partita. Al contrario, Diego è un magnifico protagonista, poco fa stava facendo gol addirittura col “destro” ma, dove non è arrivata la difesa, è arrivato il portiere juventino che gli ha chiuso lo specchio della porta, respingendo il tiro in angolo. Adesso la porta juventina la vediamo benissimo perché si trova dal nostro lato, a pochi metri da noi.
Al 75° minuto succede qualcosa di “paranormale”, il tempo inizia a scorrere più lentamente perché da quel momento vedo alla velocità di un replay tutti i minuti di discussione che scaturiscono in campo e fuori.
“Perché l’arbitro non ha dato il calcio di rigore per un fallo in area? Il grande Scirea ha fatto nettamente fallo sul nostro Bertoni…Bah…ha dato solo una punizione indiretta! Nel frattempo, le proteste dei calciatori azzurri sono molto vibranti con l’arbitro Redini. Ma che fa Diego? Lui non protesta come i suoi compagni, ha subito preso il pallone, l’ha messo a terra nell’area di rigore e aspetta con calma. Beato lui che è così calmo! Sembra che voglia tirare da lì. Con la barriera nemmeno a cinque metri di distanza? E con la porta che sta subito dietro? No Diego, forse abbiamo capito che cosa vuoi fare ma francamente è troppo anche per te, immenso Campione. Quella palla da lì non scenderà mai in tempo, è impossibile! Ma non vedi che un calciatore maturo ed esperto come Pecci, cui hai già chiesto di spizzarti leggermente la palla, ti ha detto: Come, tiri da qui? Diego, non c’è spazio, come fai, senza rincorsa, addirittura di seconda, ti devo pure passare la palla che sarà in movimento. Dai Diego, facciamola tirare a Renica, lui lo farà di potenza e se la fortuna ci assiste buca la barriera e potrà segnare. Così, come vuoi tu, non si può proprio fare, te lo ripeto, non c’è spazio!”
Niente! Non c’è niente da fare, oggi è troppo cocciuto! È talmente sicuro di se che ha detto a Bruscolotti di non protestare più con l’arbitro e a Pecci di lasciargli finalmente tirare quella punizione, perché ci penserà lui, tanto a Tacconi gli “faccio gol comunque!”. Si, gli ha detto proprio così. Incredibile. Si vede che se l’è legata al dito, del resto ieri Tacconi è stato spavaldo, ha dichiarato a tutti i giornali che Diego non gli avrebbe mai fatto gol su punizione. I minuti sembrano non passare mai, noi dagli spalti attendiamo sempre più infreddoliti e trepidanti ma con una quasi certezza: da lì, dentro l’area di rigore, con due calciatori della Juve che – dopo il fischio dell’arbitro – gli sono arrivati già addosso a due metri restringendo ulteriormente la visuale, è impossibile, impossibile, impossibile…”
È un istante! UN IMMENSO BOATO spazza via tutto e il tempo riprende a scorrere normalmente! Sugli spalti ora c’è una bolgia infernale. I tifosi intorno a noi sono impazziti di gioia, molti non riescono ancora a credere ai loro occhi. Ma che cosa ha fatto? Come ha fatto? Non ci posso credere, è pazzesco, incredibile, non abbiamo mai visto una cosa del genere. È un marziano, è di un altro pianeta.
E in questo delirio totale, la partita da lì a poco finisce e si concretizza così la storica vittoria del Napoli sulla Juve per 1-0. Un primo tabù è stato sfatato, grazie a D10S!
Diego non aveva voluto sentire ragioni da niente e da nessuno, la palla aveva gonfiato la rete e la Storia era stata scritta. Tacconi aveva pure tentato di togliere quella palla dall’incrocio dei pali ma lì nessuno ci poteva arrivare. Persino gli studiosi hanno cercato poi di analizzare quella traiettoria impossibile, restando di stucc.! Diego, bontà sua, aveva beffato pure la fisica oltre alla Juve.
Oggi, trent’anni dopo, caro Diego ti dico, anche a nome di tutti quelli che c’erano, …perdonaci.
Si, perdonaci per aver dubitato di te, anche se solamente per pochi istanti.
Perdonaci per essere rimasti “increduli” e non “credenti” come dovevamo, nei confronti della tua classe infinita, del tuo genio inarrivabile, della tua arte ineguagliabile e senza tempo.
Antonio Pezzullo (‘O guaglione che 30 anni fa, di fronte a quella “magia”, rimase senza parole…)