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Insigne rovina la serata di festa del Napoli

Insigne rovina la serata di festa del Napoli

Un brutto labiale “adesso mi sono rotto il casco” e i parastinchi gettati per terra. Così Lorenzo Insigne ha reagito al momento della sostituzione. Un atteggiamento sbagliato e da condannare. «Non ha avuto rispetto per i compagni» ha detto Sarri a Sky e in conferenza ha aggiunto: «Soprattutto per quelli che nemmeno si sono scaldati e sono rimasti seduti in panchina», e ha ragione l’allenatore.

È incredibile il narcisismo dei calciatori. Il Napoli sta vivendo un momento di grande gioia, ha vinto cinque partite di fila, è al secondo posto a due punti dalla Roma capolista, in città si respira un clima impensabile e loro hanno come unico riferimento dell’universi sé stessi.

È assurdo rovinare un simile momento per una botta di egocentrismo. È chiaro che Insigne e Mertens si contendono un posto, Lorenzo deve saperlo. E deve saperlo anche Mertens che non ha esultato dopo il secondo gol perché probabilmente si aspettava di partire titolare. Nelle grandi squadre funziona così. Se vogliono fare i titolari e giocare sempre devono trovarsi squadre di caratura inferiore: ce ne sono in giro. Per puntare in alto c’è bisogno che lo spogliatoio interiorizzi questo concetto. La storia del calcio è zeppa di simili esempi. Se non vogliamo parlare del Napoli, ricordiamo che l’ultimo scudetto della Roma fu vinto grazie a Nakata che entrò a Torino controla Juventus (al posto di Totti, se non sbagliamo) e cambiò la partita. Montella nella Roma di Capello faceva panchina spesso e volentieri.

La squadra è sacra. Viene prima di tutto. Ed è grave che un simile concetto non venga assimilato all’interno di un gruppo che sta sbalordendo il calcio italiano ed è meritatamente ai piani alti della classifica. Sorprende non poco che un calciatore come Insigne, di fatto un Nazionale, ormai inamovibile in questo Napoli, non se ne renda conto. Nei post-partita di questo turno infrasettimanale, una lezione è arrivata da Gianluigi Buffon che dall’alto dei suoi 38 anni e del suo carisma ha messo a nudo tutti i mali della Juventus. E Buffon la possibilità di fare certe sparate se l’è conquistata sul campo, parando ormai da vent’anni.    

Bisogna diventare Buffon per consentirsi certe cose. Bravo, bravissimo Sarri a bacchettare Insigne. Ha usato le parole giuste. Prima che la situazione diventi difficile da gestire. Si è augurato che Lorenzo chieda scusa. E non potrà che avvenire così, siamo certi che anche Lorenzo dopo poco si sia sentito fuori luogo. (massimiliano gallo)

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