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Il bene del Napoli (ovvero ancora Hamsik)

Il bene del Napoli (ovvero ancora Hamsik)

Confesso che, dopo una prima lettura, l’ormai “famigerato” articolo del Napolista sulle dichiarazioni di Marek Hamsik, mi ha lasciato interdetto. Ho dovuto rileggerlo almeno un paio di volte per andare oltre l’iniziale sconcerto e cogliere a pieno il senso del pezzo.

Faccio una premessa: ero presente a Dimaro durante l’incontro coi tifosi e, nel sentire le risposte del capitano, ebbi subito l’impressione che le sue parole tradissero un certo risentimento nei confronti di Benitez.

Non credo, però, ci sia nulla di strano. Il compito dell’allenatore è decidere, per il bene della squadra e della società, non certo del singolo. Per quanto possa essere un buon motivatore, è comunque inevitabile che le sue scelte finiscano per scontentare qualcuno, soprattutto in squadre con tanti elementi di qualità. Ciò è indipendente dai risultati conseguiti: sono certo che se indagassimo nel Barcellona, appena reduce dal Triplete, troveremmo qualche giocatore insoddisfatto dal proprio utilizzo da parte di Luis Enrique. Ed anche l’allenatore più vincente della storia del Napoli, Ottavio Bianchi, non ebbe certo un rapporto idilliaco con lo spogliatoio azzurro.

I giocatori, nel giudicare i propri allenatori, non possono essere attendibili. Hanno un evidente conflitto d’interesse che gli impedisce di poter essere sereni ed oggettivi.

Bisogna dunque dare un peso non eccessivo, a mio avviso, sia al risentimento di Hamsik, che agli elogi di Reina.

Avere avuto per due stagioni alla guida Benitez resta senz’altro un passaggio importante per il nostro club: il tecnico spagnolo ha portato metodi di lavoro, competenze, esperienza internazionale, idee ed insegnamenti tattici che ora fanno parte del bagaglio dei nostri calciatori e di tutto il personale tecnico. Anche per Sarri, allenatore preparatissimo e pieno di idee innovative ma, inutile negarlo, privo di precedenti esperienze ad alti livelli, poter contare su uno staff che ha lavorato con Benitez risulterá sicuramente un fattore importante.

La grandezza di un club si costruisce conservando il meglio di ogni esperienza. Avrebbe mai potuto sfiorare il Triplete la Juventus di Allegri senza le basi gettate da Conte? Ancelotti avrebbe potuto portare la “Decima” a Madrid senza il precedente lavoro di Mourinho? Potremmo fare centinaia di esempi altrettanto validi.

Ma non credo che questo sarà un discorso ampiamente condiviso. Per gran parte della stampa, ogni vittoria del Napoli di Sarri sarà una buona occasione per attaccare la gestione passata. Ne abbiamo già ora esempi concretissimi. Benitez, d’altronde, non ha bisogno di avvocati difensori. Piaccia o meno, per lui parlano storia e titoli vinti, anche qui a Napoli. E non si viene certo chiamati al Real Madrid per caso.

Per questo, continuare ad inseguire certe polemiche, controbattere colpo sul colpo, risulta non solo inutile, ma probabilmente controproducente. Crerebbere, ed in realtà già sta creando, una crisi di rigetto, anche nei rafaeliti piú convinti.

Potremmo stare a discutere per ore su Hamsik, se sia un campione o solo un ottimo giocatore, se sia un vero leader o caratterialmente fragile. Ma aprire il dibattito in seguito ad un alcune sue frasi, forse risentite, ma certamente espresse in maniera educata e rispettosa, nel pieno stile del nostro capitano, è, a mio modesto avviso, ingeneroso verso un uomo che ha sposato in pieno la nostra causa.

Ed è dunque lecito chiedersi se tutto questo faccia il bene del Napoli.
Luca D’Emilio

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