Il mio Empoli – Napoli 4-2
– Bentornati in ascensore. Si scende.
Portiamo le zappe?
– Ciclicamente questo su e giù si ripropone. Come affermato tante volte, la continuità non è di questa squadra.
– Eppure, come nell’amore, nonostante l’iter “stalle e stelle” sembri essere un marchio di fabbrica, non ci si fa mai il callo. Ogni volta si crede, ci si illude, che sia quello giusto. Che sia quello di sole nuvole e cielo. E che mai ci tradirà.
– È invece dalla notte dei tempi che accade. Specie quando si gioca per degli obiettivi. Esiste sempre una partita decisiva o un episodio che si vorrebbe dimenticare e che ci fa sprofondare all’inferno.
– Il Napoli non aveva mai vinto a Empoli, non aveva mai segnato, una volta ne beccò 5 e in altra occasione, con De Canio in panca, perse a causa di una punizione sfortunata. Le premesse per un giro sotto terra erano dietro l’angolo.
– Eppure, ero convinto che non saremmo più scesi ai piani inferiori. La striscia positiva di gioco e risultati e le dirette avversarie che arrancavano me lo avevano erroneamente fatto pensare.
– Invece l’Empoli con gli abiti, la tenuta e le idee del Chelsea ci ha schiantato.
– Almeno questa volta, pur avendo messo in campo il nostro peggio, a differenza delle altre sconfitte, abbiamo perso contro una squadra che gioca al calcio.
– Molti amici si sono recati in Toscana per assistere alla partita. Non li ho invidiati. E contesto Benitez perché, almeno a loro, avrebbe potuto avvertire della decisione di far giocare contemporaneamente Kulì e Brivitos nel cuore della difesa. Magari si sarebbero fermati in un ristorante della Val di Chiana o avrebbero potuto allungarsi in qualche discoteca di Forte dei Marmi.
– È ingiusto piantare la croce sui nostri difensori, perché davvero si sono salvati solo gli assenti, ma quel duo, ieri, avrebbe fatto impallidire anche un ipotetico Mexes-Ranocchia.
– In realtà Andujar è sembrato uno di quei portieri che, in una partita tra amici, supplichi 5 minuti prima e prometti anche di pagare il campo, per evitare di giocare uno mancante. Credo che sia co-responsabile almeno di 3 dei 4 gol subiti.
– Maggio è parso invece uno di quei portieri che, sempre in una partita tra amici, punta i piedi e decide di voler giocare avanti. Ghoulam è parso l’attuale Zuniga.
– Di Brivitos e Kulì (e Albiol) potremmo parlare per ore, mentre c’è poco di cui ricordi. Ho difficoltà a pensare a un solo intervento positivo. Mentre di svarioni,interventi sbagliati, errori di impostazione, di posizione e di tempo ho difficoltà a ricordarne per la quantità spropositata. Sono certo che una volta Kulì abbia aperto direttamente per Peppe e Nicola (i miei sfortunati amici presenti in tribuna al Castellani) e Brivitos li abbia sostituiti in qualche ristorante della Val di Chiana.
Diciamo che sono riusciti nell’impresa di non commettere falli da rigore e di non farsi espellere.
– Il binomio a centrocampo non sarebbe riuscito ad azzeccare un passaggio anche se fossero stati soli in campo con le sagome. Gargano, tra l’altro, fallosissimo. E Inler, anche se avesse voluto, non avrebbe mai acchiappato gli avversari. Viste le condizioni, posso immaginare che soltanto in questo momento (le 7 del mattino) abbia guadagnato le docce nello spogliatoio. Quello dell’Empoli.
Seguendo i criteri della società, allo svizzero dovrebbero proporre un quinquennale.
– Hamsik e Mertens decisamente passi indietro rispetto alle ultime uscite. Calle, uno dei meno peggio. Higuain servito poco e male non è mai entrato in partita. E aggiungiamo che anche lui ci ha messo del suo per scansarla. Insigne, subentrato, ha avuto qualche buono spunto, ma ormai era già tutto compromesso.
– Risultato? Molli, sempre molli, fortissimamente molli.
Una zattera, senza remi, senza timone e senza vela, nel bel mezzo di una tempesta blues. L’Empoli, con Diego Costa Maccarone, Pucciarelli Hazard, Croce Matic, Saponara, un mix tra la faccia di Fabregas e la mobilità di Oscar e con ritmo, velocità e pressing, ci ha letteralmente disintegrato. Bravo sicuramente Josè Sarrinho che anche all’andata ci aveva fatto soffrire.
– Anche se poi, i miei ricordi di Sarri si erano fermati all’esonero qui a Sorrento in serie C.
– Alla fine, il telecronista si è espresso così: nel Napoli, una difesa rivedibile.
Rivedibile? Ma p’ammore ‘e Ddio.
– Ora di certo qualcuno darà la responsabilità alle note lucciole di Coverciano o alle discoteche di Forte dei Marmi…
– Invece penso che sia semplicemente così: il Napoli, in una vita precedente, era un ascensorista. E quest’anno in modo particolare. Non mi azzarderò per cui a fare pronostici. Mi limiterò solo ad osservare le 5 partite restanti: le prossime tre sono contro le 3 squadre più scarse del campionato (Milan, Parma e Cesena), poi andremo a Torino contro una Juve già scudettata da tempo e infine la Lazio in casa che potrebbe essere già dentro e, se non lo sarà, potrebbe giocarsi la partita decisiva contro di noi.
– Sulla carta si può ancora fare. Sulla carta.
– La ricetta per riprendersi è semplice: hai presente con l’Empoli? Mai più.
Si sale.
– Nel caso dovesse invece andare tutto per il verso sbagliato, De Laurentiis ha già promesso di acquistare un terreno di 8 ettari.
Portiamo le zappe?
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani
Gianluigi Trapani
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