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Il tifoso non ne può più di essere cornuto e mazziato

Il tifoso non ne può più di essere cornuto e mazziato

Fiato sprecato, quello del tifoso, cornuto e mazziato anche alla vigilia di Pasqua da un allenatore che mostra ormai non solo evidenti limiti tattici e di approccio alla partita, ma anche di comunicazione con il suo unico, vero, datore di lavoro, colui il quale cioè paga il biglietto e l’abbonamento e rinnova con costanza la gabella di mediasette premiùm, da cui provengono, per chi non lo sappia, i lauti compensi che permettono a questi simpatici signori di perdurare nella beata vita di nabbabbi che fanno alla faccia di tagli e spending reviù. Altra spiegazione davvero non riuscirebbe a trovare, il tifoso, se non appunto in questo mind the gap di interlocuzione, di fronte a chi aveva dichiarato soltanto ieri l’altro che con questo gioco sconclusionato i risultati sarebbero arrivati, a meno che di per, ovviamente, pensare che in fondo una sconfitta di misura sul golgota dell’Olimpico, contro una squadra ancora galvanizzata dal bagno di folla del Colosseo per il tradimento di uno della vecchia guardia al mister che lo aveva lanciato nelle scritture che contano, fosse preventivabile ad inizio stagione, con tanti saluti anche quest’anno ai sogni di tanto attesa resurrezione.

Schemi chiari e panchina lunga, e nessuna promessa da marittimo stagionale: se queste vi sembrano richieste così eccessive allora forse è davvero giunto il momento di farsi da parte, cara società, si può fare calcio anche a Palma Campania, si può benissimo tentare di salvare la Puteolana dall’ennesima retrocessione, oppure aiutare i bravi dirigenti del Quartograd a centrare finalmente la promozione in Promozione, ma obbiettivamente la serie A è altra cosa, e come diceva donna Carmela dei Ponti Rossi il tifoso è davvero stanco di lasciare il letto ai mocciosi e trovarlo bagnato.

E allora basta sul serio con queste formazioni inspiegabili, vade retro a questo assurdo turnover che costringe sempre la impalcatura della squadra a fare a meno dei propri tramezzi, Hamsik, Gargano, Gabbia e Koulibaly, in favore di Giorgigno e De Guzman, che non troverebbero spazio nemmeno nella primavera della Salernitana di quest’anno. E, per carità, adesso nessuno ci venga a parlare di infortuni, risentimento muscolare e adduttori, strani termini dell’oscuro gergo calcistico coniati soltanto per distogliere l’attenzione dalle responsabilità di chi sarebbe anche pagato per assumersele, quelle responsabilità, mica il ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Gli orrori arbitrali, si dirà, certo, e sinceramente è oramai insostenibile tollerare un sistema che permette al pur bravo De Sanctis di scendere in campo ed essere decisivo il giorno dopo discutibili festini a base di donnine e zucchero filato, però a dirla tutta è davvero impensabile arrivare anche quest’anno ai quattro di Maggio senza benzina e senza motivazioni, contro una Roma a digiuno da due quaresime e priva persino di Totti e Gervigno.

L’ennesimo film già visto, con l’ennesima scadente sceneggiatura ed in più con una mediocre regia non poteva che dare il classico finale più scontato di Fantaghirò, manco avessimo preso come direttore sportivo Cloris Brosca, e del quale, con tutta la buona volontà, nessuno sentiva l’esigenza. Resta il tempo, tanto tempo, nel quale immaginarsi un possibile futuro. E ora che anche Milanello si accinge a tingersi di giallo è giunta davvero l’ora di varare il concilio Castelvolturno secondo, e liberarsi finalmente di chi non riuscirebbe nemmeno a comprare via del Parco Margherita a Monopoli.
Otto Tifoso

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