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Dall’apparizione di Zuniga a Papa Francesco, il Napoli vittima della sbornia mistica

Dall’apparizione di Zuniga a Papa Francesco, il Napoli vittima della sbornia mistica

Oggi non vi parlo di Emma e Iole, i miei cani. Non per voi, per carità. Il fatto è che si sono lamentate, mi hanno fatto capire di non aver gradito di essere state utilizzate, come termini di paragone, dopo Verona-Napoli. Mi hanno guardato entrambe, avevo una faccia che doveva sembrare la trasposizione mimica del risultato finale, e mi hanno detto, in veneziano: «Uagliò, tu già non dovevi permetterti dopo Verona, dopo l’Atalanta non ti azzardare nemmeno. Lasciaci stare per fatti nostri e portaci un altro biscottino». E vabbè, ma io mo’ che scrivo, su un’altra partita di merda? Stamattina, il vaporetto ci ha impiegato pure più del solito ad arrivare in stazione, quindi niente cornetto, solo un caffè che faceva veramente schifo, e non era colpa del barista.

Secondo me questa meschina figura un po’ ha a che fare con la sbornia religiosa a cui siamo stati sottoposti in questi giorni, un bombardamento. Il mistico si è manifestato in vari momenti e modi, la questione va analizzata almeno in tre aspetti.

Zuniga

Giovedì sera, ricorderete, è accaduto un mezzo miracolo. Zuniga, non solo è entrato in campo per la seconda volta in pochi giorni, ma ha azzardato uno scatto di una decina di metri. Non so allo stadio, ma su Twitter è stato come uno scioglimento di sangue. ‘O revuot’.

Denis

Abbiamo trascorso (sbagliando) tutta la settimana cercando di scoprire quale dei 25 figli di Denis dovesse fare la comunione, la cresima, il battesimo, festeggiare un buon voto, il compleanno, qualsiasi cosa. Pare non ci fossero festeggiamenti particolari, vista la partita chiavica che ha disputato il centravanti atalantino. Forse un onomastico, giusto per il salvataggio sulla linea.

Il Papa

Parliamoci chiaro: a noi che il Papa sia diventato cumpagniello ci ha fatto male e ci ha distratti. Senza entrare nel merito della questione pizza, sarà stata sicuramente buonissima, per carità, è successa la solita cosa, ci siamo specchiati nell’atteggiamento di chi a Napoli fa il simpatico perché noi siamo simpatici. Con i napoletani s’adda pazzia’. Ha imparato a dire ‘A Maronn’ t’accumpagn’, ma precisamente dove dovrebbe accompagnarci questa Madonna? Io, dopo la partita di ieri, ho in mente solo un posto. Il nostro rapporto con la fede principale (il Napoli), questa settimana, è stato compromesso da quello con la religione secondaria (il Cattolicesimo).

Ma non di sola fede sbagliata vivono (e muoiono) l’uomo, il tifoso, il calciatore. Per fare un minimo di analisi, parlo più di sensazioni che di statistiche, mi pare evidente che il numero terrificante di pareggi e sconfitte con squadre (in teoria) non al nostro livello sia, tra le altre cose, dovuto al regalo perpetuo di una sessantina di minuti all’avversario, al campo, al pataterno. Non mi spiego, altrimenti, tutti questi gol sbagliati, queste azioni concluse male per un niente. A volte, pare, si tiri con una certa sufficienza, quasi esistesse un retro-pensiero: tanto dopo segniamo. Dopo quando, esattamente, strunz’? Sì, lo so, c’è la questione arbitro, vabbè, una chiavica, ma noi avremmo dovuto segnare, contro l’Atalanta, una sessantina d’anni prima. Visto quanto è forte il Verona, a proposito? E il Palermo?

Mi dite, per favore, chi si è impossessato dell’account Twitter ufficiale del Napoli? Non ho mai letto tante minchiate in sequenza. Non le voglio leggere sull’account ufficiale della squadra per cui faccio il tifo, una società che si rispetti, se lo ritiene opportuno, si muove in maniera ufficiale, non su Twitter come i ragazzini o i politici.

Mo’ che vogliamo fare? Rafa dimmelo tu, io ti voglio bene, non dedico poesie a chiunque, ma vediamo di vincere certe partite, secondo me è meglio.

Note a margine:

–  Arbitro cornuto (modalità vintage)

–  Possiamo mandare il Papa a Formello?

–  Ma vuoi vedere che prega solo per Tevez?

–  Ottava settimana senza la Gazzetta, un mondo migliore è possibile.
Gianni Montieri

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