Per il Chelsea è il giorno della vergogna. Nell’ambiente Blues non si parla d’altro. Solo dell’episodio di razzismo di martedì a Parigi, alla stazione metro Richelieu-Drouot, dove un gruppo di tifosi del Chelsea ha impedito ad un cittadino francese originario della Mauritania, Souleymane S., 33 anni, di salire sul vagone del treno. Josè Mourinho, scrive la Gazzetta dello Sport – è durissimo: «Provo vergogna. Rifiuto di essere associato a questa gente. Io mi sento legato al Chelsea per altre cose, non per questi tifosi. Non sono tornato qui nel 2013, dopo l’addio del 2007, per avere a che fare con queste persone. Voglio dire al signor Souleymane che il Chelsea non è quello che ha visto. Il Chelsea è il suo proprietario, il suo allenatore, la gente che lavora qui. Nel mio spogliatoio ci sono molti giocatori di origini o nazionalità africana. Questo episodio ha colpito tutti. Nella nostra squadra sono presenti non solo tutte le razze, ma anche tutte le religioni e la reazione è stata unanime: condanna dell’accaduto, delusione e solidarietà a Souleymane. Lo invito a venire qui».
Invito che Souleymane ha rispedito al mittente. Non andrà a Stamford Bridge, almeno questa è stata la sua risposta rilanciata dal Telegraph. Nella Londra sportiva – e non solo – non si parla d’altro. Non si è alzato nessun muro protettivo, come accaduto in Italia per le parole di Arrigo Sacchi che sono frutto anche e soprattutto di ignoranza (il che non può costituire un alibi).
La Gazzetta scrive che in rete era partita una campagna lanciata da una fan, Caroline Roce. «An invitation to Souleyane». Il Chelsea ha comunicato la posizione ufficiale: «Siamo scioccati. Chiediamo scusa a Souleymane per il comportamento inqualificabile di un gruppo di fan. Stiamo cooperando con la polizia di Parigi e con quella inglese per fare piena luce sulla vicenda, ma stiamo svolgendo anche un’indagine interna. Le persone identificate saranno squalificate a vita dallo Stamford Bridge. Chiediamo ai tifosi del Chelsea presenti alla scena di aiutare le indagini e ribadiamo il nostro sostegno a Kick It Out e Show Racism the Red Card».
Lo sdegno è generale. Arsene Wenger, manager dell’Arsenal, ha dichiarato: «E? patetico e terribile. Bi- sogna essere severi nelle punizioni. Il razzismo è una questione sociale. Bisogna cominciare dalla scuola e dalla famiglia. Ci sono movimenti giovanili estremisti in cui idee aberranti come il razzismo trovano terreno fertile». L’allenatore del QPR, Chris Ramsey, unico manager nero della Premier: «Questa gente è erbaccia da estirpare dal mondo del calcio».
Proprio come in Italia. Uguale uguale.