Ad Anfield il tempo sembra essersi fermato il 27 aprile 2014 quando il capitano del Liverpool, Steven Gerrard, scivolando maldestramente , perde palla a metà campo e consente all’attaccante del Chelsea, Demba Ba, d’involarsi verso la porta e mettere fine ai sogni di gloria dei Reds.
Quel giorno in campo si affrontavano due delle pretendenti al titolo. C’era la possibilità concreta per il Liverpool di conquistare un campionato che mancava dalla stagione 1989/90, erano i tempi di Dalglish, Grobbelaar e Ian Rush. Troppo.
I Reds avevano condotto una stagione straordinaria guidati dal capitano Steve Gerrard, protetto dal great wall of Anfield di Skrtel e Agger; un centrocampo sicuro e dinamico con Henderson e Sterling; la coppia Suarez–Sturridge capace di siglare ben 53 reti. Quel 27 aprile il Liverpool era primo in classifica con 80 punti. Bastava non perdere la testa.
Per vincere, nello sport, non serve solo essere bravi e fortunati. Lo scrittore norvegese Knut Hamsun, premio Nobel per la letteratura nel 1920 inVagabondi scrive : un caso che finisca bene è provvidenza, un caso che termini male è destino.
Quella domenica il destino aveva le sembianze di Josè Mourinho. I blues erano distanti 5 punti dal Liverpool, era una sfida già carica di motivazioni, ma il tecnico di Setúbal, che è maestro di mind games , decise di dare comunque il suo contributo. Eravamo a cavallo delle semifinali di Champions, Mou aveva appena pareggiato al Vicente Calderon di Madrid e il mercoledì successivo si sarebbe giocato l’accesso alla finale di Lisbona. In conferenza stampa attaccò duramente la Federazione inglese rea di non aver voluto anticipare a sabato la sfida con il Liverpool e tutelare una squadra inglese.
Mourinho mandò in campo una gruppo decimato da infortuni e squalifiche, ma tanto bastò a rovinare la festa al Liverpool. Da fine stratega organizzò una partita tatticamente perfetta : vinse 2 a 0, stoppò la corsa al titolo dei Reds e ammutolì Anfield, correndo verso i tifosi del Chelsea in delirio dopo il secondo gol di Willian. Gioco, partita, incontro.
Steve Gerrard sentiva sulle sue spalle il peso di quell’errore. “Sono assolutamente devastato – disse a SkySport al termine del campionato – Personalmente distrutto ed addolorato per i tifosi. Sono stati magnifici, ma non possiamo sentirci troppo giù perché è stata una fantastica stagione, dobbiamo riprenderci per il prossimo anno e provare a fare ancora meglio.”
Durante il mercato estivo, il Liverpool ha perso due pedine fondamentali: Daniel Agger è tornato al Broendby, squadra che lo lanciò, e sopratutto Luis Suarez è passato al Barcellona per 90 milioni di euro.
Certo restava Gerrard, con un anno in più e tanta delusione, c’era Sturridge pronto a diventare il nuovo idolo di Anfield con l’aiuto dei giovanissimi Sterling e Coutinho, ma sopratutto i quasi 100 milioni da reinvestire per rinforzare la squadra.
Il tecnico del Liverpool Brendan Rodgers ha deciso di puntare sui giovani: Alberto Moreno, 22 anni, terzino sinistro spagnolo proveniente dal Siviglia; Lazar Markovic, 20 anni, serbo ala destra ex Benfica; Manquillo, 20 anni, difensore in prestito dall’Atletico di Madrid; Mario Balotelli dal Milan e infine tre acquisti dal Southampton, uno per ogni reparto: il difensore Lovren, il trequartista Lallana e l’attaccante Rickie Lambert, per un totale di 150 milioni.
È stato indubbiamente un mercato importante, con acquisti di giovani talentuosi pronti ad affermarsi in un grande club. I Reds avevano tutte le carte in regola per provare nuovamente l’assalto al titolo. Forse però il Liverpool non è stato ancora in grado di fare i conti con lo shock dello scorso aprile, di elaborare il lutto secondo il modello a cinque fasi di Elisabeth Kübler Ross .
È difficile arrivare alla fase dell’accettazione quando due settimane prima del misfatto proprio Steve Gerrard caricava i suoi compagni, dopo la bellissima vittoria con il City, urlando: non permetteremo che ci sfugga via. E pure se provi a non pensarci, c’è un coro che rende eterno quel momento, note che accompagnano le tue trasferte, un qualcosa che unisce i tifosi all’unisono. È un canto divertente e spietato, come la maggior parte dei cori che si ascoltano negli stadi inglesi; fa il verso alle parole intonate da Anfield al suo idolo sulla melodia di Que sera sera cantata da Doris Day.
L’originale dei tifosi del Liverpool fa cosi : Steve Gerrard, Gerrard / he’ll pass the ball fourty yards / He’s big and he’s fucking hard, / Steve Gerrard, Gerrard. Steve Gerrard, Gerrard / he’s better than Frank Lampard / He’s scouse an d he’s fucking hard / Steve Gerrard, Gerrard.
Una settimana dopo quel maledetto 27 aprile, la parodia divenne virale. Il Liverpool giocava con il Crystal Palace. I tifosi di casa non si fecero trovare impreparati : Steve Gerrard Gerrard / He slips on his fucking arse / he gave it to Demba Ba / Steve Gerrard Gerrard [Steve Gerrard, Gerrard. Scivola sul suo fottuto culo. L’ha dato a Demba Ba. Steve Gerrard Gerrard]
Questo è un coro che riecheggia ormai dall’inizio di maggio in ogni stadio inglese che non sia Anfield, ma non è solo controcanto. Domenica scorsa due tifosi del Manchester United, in occasione della sfida contro il Liverpool, hanno provato a introdurre uno striscione che recitava: Arrivederci Gerrard, torna quando ne hai vinto uno con la foto di Gerrard in ginocchio. Ma è stato sequestrato perché secondo gli steward dell’Old Trafford violava le norme di salute e sicurezza che impediscono l’utilizzo di striscioni sopra una certa dimensione. In realtà è una parodia dello striscione apparso ad Anfield nel 1993 che aveva come bersaglio Cantona
Questi elementi di natura psicologica e folkloristica hanno indubbiamente il loro peso, ma non bastano a giustificare l’inizio stentato della squadra di Rodgers. Il Liverpool è a metà classifica lontano 18 punti dal Chelsea capolista, fuori dalla Champions League e con un gioco approssimativo. Molti si domandano che fine abbia fatto la filosofia di Rodgers, quell’idea di gioco che ha stupito tutti la scorsa stagione. Ai tifosi del Liverpool la spiegò così: “Quando tieni palla per il 65-70% del tempo è come morire di calcio per l’altra squadra. Se tu fai meglio degli avversari con la palla, hai quasi 8 possibilità su 10 di vincere la partita” È con questo possesso palla prolungato, un pressing asfissiante sulla trequarti e rapide ripartenze per punire gli avversari che Rodgers si è affermato prima con lo Swansea e poi col Liverpool. Il passing, pressing, patience professato dal tecnico sembra essersi dissolto.
Rodgers dichiara di sentirsi tranquillo e di avere il pieno sostegno della società ma piovono critiche da parte di ex giocatori del Liverpool come Mark Lawreson che accusa la squadra di essere senza timone e di andare all’indietro velocemente, così come sono andati avanti la scorsa stagione. Paul Ince ha duramente criticato l’acquisto di Balotelli. Mentre Carragher dà ancora fiducia all’allenatore: “quando spendi 150 milioni e hai il peggior inizio degli ultimi 50 anni, è normale che sei sotto pressione. Ma Rodgers deve continuare a lavorare per sistemare gli errori”. Bruce Grobbelar, il mitico portiere che i romanisti non dimenticano, ha puntato il dito sul portiere Mignolet (che domenica è rimasto in panchina): «È peggio di Dracula, almeno lui una volta al giorno esce dalla sua bara, Mignolet no».
Il tecnico non è ancora riuscito a trovare l’11 ideale. Il mercato estivo, ed in particolare Mario Balotelli, non sta dando i frutti sperati e lo stesso Rodgers non sembra essere convinto dei suoi acquisti. È stato costretto a ripescare dalla panchina Kolo Turè e Lucas Leiva, giocatori di grandissima esperienza, per dare sostanza a difesa e centrocampo. Ma la nota dolente è l’attacco: il Liverpool, nonostante abbia una media di 14.7 tiri a partita, fatica a segnare. Sterling e Gerrard sono i realizzatori più prolifici della squadra con 3 gol a testa, mentre gli attaccanti Lambert, Balotelli e Borini non sono stati in grado di sopperire alla partenza di Suarez e i ripetuti infortuni di Sturridge.
Dopo l’ultima sconfitta con lo United, Rodgers ha ammesso che all’interno dello spogliatoio c’è stato qualche problema, come è normale che sia in una situazione simile, ma lo spirito della squadra è molto forte. Il tecnico ha respinto anche i rumors su possibili sostituti, sono circolati i nomi di De Boer, Klopp e perfino un ritorno di Benitez. Intanto stasera il Liverpool si giocherà l’accesso alle semifinali della Coppa di Lega contro il Bournemouth, squadra che sta ben figurando nella serie B inglese. Sarà un test importante per dare una svolta alla stagione dei Reds che, fino a questo momento, è ben al di sotto delle aspettative.
Alfonso Noël Angrisani