Pubblichiamo come articolo il commento che Mimmo Carratelli ha scritto all’articolo di Massimiliano Gallo “Hamsik & Co. vincono e si parla solo di Maradona. Una città che vive nel passato ed è irriconoscente con chi suda per lei”.
Formidabile articolo. Amiamo tutti Diego, figuriamoci. Ho vissuto “in diretta” la sua partenza da Napoli quel lunedì della Pasquetta del 1991. Ero a casa sua, ne conservo la commozione. Mi ha emozionato vederlo in tribuna e plaudo per la maglia numero 10 preparata da De Laurentiis. Tu, caro Max, fai un rilievo fondamentale. La retorica di molto giornalismo senza più grandi maestri ha “confuso” la partita di mercoledì sera con la presenza di Diego. Mi era sfuggito il gesto di Hamsik. Ha fatto benissimo Marek a “richiamare” il pubblico alla completa attenzione per la squadra azzurra, quella, come dici tu, Max, che si è guadagnata sul campo una splendida vittoria al di là della posta in palio, della rivincita con la Roma, della finale di Coppa in gioco, perché la vittoria di mercoledì sera è stata soprattutto il frutto lampante del lavoro di Benitez e dell’applicazione dei giocatori. Tatticamente, poi, Benitez ha stravinto su Garcia, il quale aveva solo passabili alibi (le condizioni imperfette di Totti, Pjanic e Maicon).
Perché allora tanto Maranapoli e compagnia bella e, addirittura, Higuain segna quando arriva il pibe? Magìa? Ma è semplice, caro Max. La prestazione del Napoli dell’altra sera avrebbe richiesto molte retromarce (e anche scuse, direi) sui frettolosi giudizi dopo Bergamo, la crisi annunciata, la fine di un progetto, e Benitez che non capisce il campionato italiano e De Laurentiis caccia i soldi. Senza contare i nostalgici “italianisti” che accusano Benitez di non sapere difendere e di essere intransigente e cieco col suo modulo (giocato in tutta Europa), questa squadra che sa solo attaccare eccetera eccetera. Mentre si sa quanto Benitez lavori sui movimenti della difesa a quattro diversi dalla difesa a tre alla quale sono più abituati gli azzurri.
Il Napolista è stato perfetto nei suoi vari commenti a sostegno di un sogno e di una squadra che non va più in campo col timore dell’avversario, con la precedenza assoluta di contrastarlo per replicare anziché imporre il proprio gioco. Non si sono considerati generosamente il coraggio e il rischio di una mentalità nuova che ha pur prodotto risultati immediati, addirittura miracolosi se si pensa che è il primo anno di tante novità, e novità che rompono vecchie pigrizie, collaudati tran-tran, tabù di mercato, appiattimento della critica sui risultati. L’esaltazione della presenza di Maradona, affettuosamente doverosa per la sua parte, ha “coperto” il disagio di doversi rimangiare sentenze emesse troppo frettolosamente (a essere buoni).
E’ chiaro che al Napoli mancano ancora due-tre pedine di assoluto livello, ma non è che DeLa non caccia i soldi, è che chi ha i campionissimi se li tiene e di giocatori liberi di assoluto livello non ce ne sono in giro. L’ingaggio di Maradona fu un colpo di genio e di acrobazie finanziarie di Ferlaino, di tenacia di Antonio Juliano e di fortuna, perché Diego voleva lasciare il Barcellona e si offriva. Oggi non si offrono né Cristiano Ronaldo, né Messi, né Robben, tanto per dire. Riccardino Bigon avrà i suoi limiti, ma il calciomercato è avaro di pezzi pregiati e vanno a segno solo colpi di fortuna. In queste condizioni non è facile, neanche in due anni, costruire la squadra “perfetta”, cioè con tutte le pedine adeguate.
De Laurentiis è stato abile e fortunato ad assicurarsi Benitez, è stato un gran colpo, ed è un gran colpo che Benitez si sia interessato al progetto-Napoli, completamente al buio all’atto del suo ingaggio e poi magistralmente avviato da Rafa con gli acquisti di giocatori con i quali “parla direttamente” per attrarli a Napoli. Mazzarri aveva fatto il suo tempo, come ha riconosciuto passando all’Inter (auguri!). Come staremmo oggi, in classifica e nel gioco, se fossero arrivati Pioli, lo stesso Allegri, magari Capello o Lippi, allenatori di squadre già “fatte”, e altre amene panchine? La fortuna ci ha assistito. Perché sgambettare e distruggere un progetto interessante e innovativo, magari solo perché Benitez non fa comunella con nessuno e il DeLa, onestamente, è antipatico (ma tiene il bilancio in riga e una squadra competitiva)?
Forza, Max. Il Napolista sta andando molto bene. Le eventuali critiche sono sempre bene accette perché la discussione non è solo l’anima della democrazia, ma arricchisce in ogni caso.
A margine ti faccio notare il cedimento “italiano” di Garcia. Fa il verso alle più classiche lamentele di Conte sui giorni di riposo e gli impegni consecutivi della Roma, lui che non ha coppe europee, che all’andata di Coppa contro il Napoli non aveva giocato in campionato, e, però, accidenti, se non si gioca si perde il ritmo, però se si gioca non ci si riposa. E così Garcia si incarta facendo l’allenatore “italiano” pronto a trovar scuse dopo avere perso il centro del villaggio. Benitez un po’ sfanculeggia Garcia con i gol “legali”, come avrebbe fatto paròn Rocco, un po’ se la ride della critica nostrana e, alla domanda sulla presenza di Maradona al San Paolo, fa il verso all’irresistibile petisso Pesaola dei miei tempi, rispondendo ironicamente ma con garbo che magari, visto che c’era, Maradona era meglio averlo in campo.
Ciao, Max. Che se poi pareggiamo col Sassuolo (è già accaduto) ci spernacchiano felici. Ma, come dice la divina Ilaria Puglia, we trust in Rafa. Sulla telecronaca Rai, stendo un velo pietoso. E’ stata un irresistibile cabaret. Quello che mi fa rabbia è che pago il canone. E non è ancora arrivato Sanremo ….
MIMMO CARRATELLI