Premessa: sono un assiduo lettore del Napolista, sebbene non sia tifoso del Napoli. E quindi seguo sempre le vostre polemiche e i vostri articoli. Debbo dire che in questi giorni non ho particolarmente apprezzato la polemica contro i bambini nelle curve squalificate della Juventus. Anzi, la ritenevo una forzatura, quasi un voler prendersela con la Juventus sol perché è la Juventus, senza entrare nel merito della questione. Perché consideravo la scelta fatta dalla società come una sorta di atto di “disobbedienza civile”. Quello che gli americani chiamano “when in trouble, go big”, cioè: mi hai squalificato la curva perché ci stavano dentro delle bestie? Benissimo, io rilancio facendoci entrare i bambini, dando ancora maggiore forza al senso del provvedimento. Perché, a mio modo di vedere, quel tipo di provvedimenti ha la ratio di migliorare il clima di uno stadio, e non già di punire le bestie che ci entrano (la differenza è sottile, ma secondo me è importante).
Questo era il mio pensiero fino al primo rinvio da fondo campo effettuato da Brkic, quando lo sloveno prende la rincorsa e io sento un coro di voci bianche che urla “MERDAAA!” non appena egli rinvia. Mi sono detto “okay, non è possibile, avrai capito male. Ti pare che i bambini non siano stati ragguagliati a dovere su cosa rappresentano in quel momento? E poi ho visto anche un bel po’ di adulti tra loro, presumo maestri o comunque persone il cui mestiere è occuparsi dell’educazione dei bambini. No, dai, mi sono sbagliato.”
Al terzo “MERDAAA”, purtroppo, ho dovuto fare i conti con la dura realtà. Perché per me il calcio è quella cosa che porta Ancelotti e Zidane nel 2013, sebbene abbiano smesso di giocare a calcio uno da 20 anni e l’altro da 7, a palleggiare tra loro come due ragazzi qualsiasi per strada. E invece mi ritrovo migliaia di bambini, che io speravo potessero ricondurre il calcio allo stupendo spettacolo che è, che urlano “MERDAAA!” dopo il rinvio del portiere, come si sente (purtroppo) da anni in ogni campo da calcio.
Le mie braccia erano già cadute da un pezzo, quando ho poi dovuto fare i conti con le reazioni a questo evento. Ho sentito per esempio Fabio Capello (che ancora oggi rivendica i due scudetti 2005-2006, che non rinnega la Triade, che insomma, di tutto si può accusare tranne che di essere antijuventino) che ha stigmatizzato la cosa in maniera laconica: «Episodio molto brutto. Lo speaker dello stadio avrebbe dovuto intervenire, invitandoli a incitare la loro squadra piuttosto che a offendere.»
Perfetto, mi sono detto, adesso anche la società prenderà le distanze. Se persino Don Fabio si è adirato, la cosa è davvero grave.
E invece, subito dopo l’intervista di Capello, ho visto quella a Marotta. Che, a precisa domanda, ha risposto come risponderebbe un Sandro Bondi qualsiasi quando gli chiedono delle nefandezze del suo Capo. Ha risposto qualcosa del tipo “sono polemiche stucchevoli, la giornata dei bambini allo stadio è perfettamente riuscita.” Come se nulla fosse. A quel punto ci sarebbe stato bene anche un “siamo i più grandi contribuenti d’Italia” o “ma l’Udinese quante Coppe dei Campioni ha vinto?”
Come dicevo all’inizio, penso che a volte alcune polemiche contro la Juventus siano strumentali, o dettate dal tifo piuttosto che dalla logica. Vivo da più di dieci anni a Roma, e sono abituato a quelle assurdità tipo “ci ha ammonito Scurto che era diffidato proprio prima della partita con la Juve, LADRI!” prima di partite che finivano poi 4-0 con doppiette di Palloni d’Oro o di Ibrahimovic.
Ma non è questo il caso. In questo caso, lo spregio di Marotta nei confronti dello schifo che è successo e, peggio ancora, la generale accondiscendenza della stampa e dei commentatori nei confronti di quanto è accaduto contro l’Udinese, lo devo ammettere, sono un evidentissimo segnale del potere di lobby della Juventus. Non c’è altra spiegazione, a mio modo di vedere. Quindi io continuerò a tifare per la Juventus (c’aggia fa’, è ‘na malatia) (ah, se mi è esprimo così non è una captatio benevolentiae nei vostri confronti, peggio: sono un MERDJ), ma mi auguro che durante la prossima partita, in cui ancora una curva dovrà rimanere chiusa, la Juventus non faccia entrare nessuno, così come da provvedimento.
Perché non solo non siete stati in grado di trasformare un provvedimento negativo in una bella occasione, non solo avete fatto assistere l’Italia a quello spettacolo penoso, ma arrivate addirittura a fottervene, derubricando la cosa come una sterile polemica.
No, non è una sterile polemica. Io sono juventino, e sono incazzato a morte.
Rosario D’Auria