Della maniera in cui il Marsiglia tiene il campo, abbiamo già parlato quindici giorni fa. Nulla è cambiato. Elie Baup, panchina traballante, è ancora al suo posto. Non come ci accadde negli ottavi di finale due anni fa, quando all’andata sfidammo il Chelsea di Villas-Boas e al ritorno ci fece fuori Di Matteo. Il Marsiglia sarà tatticamente lo stesso del Velodrome, 4-2-3-1, partita a specchio dunque, ma stavolta probabilmente ci metteranno più impeto e maggiore cattiveria. I duelli chiave sono tre.
Behrami-Valbuena. Il calcio del fantasista francese lo abbiamo definitivo l’altra volta sbocconcellato. Nel senso che Valbuena mordicchia e scappa. Gioca dietro Gignac, zompetta qua e là, si muove lungo tutto l’arco della tre quarti. Quello che succede nel Marsiglia, quasi sempre passa dai suoi piedi. Al Velodrome è stato abbastanza assente, l’ha ammesso lui stesso nei giorni scorsi. Perciò promette di riscattarsi. Sarà decisivo che Behrami non si abbassi, che non si schiacci sulla linea difensiva. Deve obbligare Valbuena a girare alla larga dalla porta, sfiancarlo in quei ripiegamenti che invece Benitez chiede agli uomini sulla fascia.
Higuain-Diawara. Ancora fuori per infortunio Mendes al centro della difesa marsigliese, Diawara sarà accanto a ‘NKolou. Diawara è una discreta presenza sui palloni alti. Nella sola partita che ha giocato finora, nei duelli aerei è stato sui livelli di un Varane del Real Madrid, tanto per fare un esempio che abbiamo ancora fresco negli occhi. Giocare il pallone a terra dalle sue parti, e non dalle parti di ‘NKoulou, più veloce, più rapido di gambe, potrà essere un buon argomento per Hamsik e Higuain.
Mertens-Morel. Il terzino francese sa farsi sentire anche in fase di accompagnamento del gioco. Ha spinto poco al Velodrome, perché Mertens gli ha fatto subito capire che avrebbe dovuto preoccuparsi soprattutto della fase difensiva. Se sarà confermato lo schieramento con Payet trequartista a sinistra, Morel non potrà aspettarsi un grosso sostegno in fase di contenimento. Spetta al nostro belga, dunque, tornare a martellarlo tutte le volte che può, sfiancarlo nell’uno contro uno, e seguirlo nelle sue eventuali sortite d’attacco.
Ma se queste cose le so io, le sa certamente pure Benitez.
Il Ciuccio