Bel gioco, squadra unita, singoli prodigiosi: su questi tre pilastri si regge il segreto della primavera delle meraviglie di mister Saurini. Il campionato sta scorrendo via tranquillo, gli azzurrini rimangono saldi al primo posto col miglior attacco (40 goal) e la terza miglior difesa (17 le reti subite); alle loro spalle, il Catania preme a un punto, mentre le romane sono leggermente staccate (Lazio a 5 lunghezze, Roma a 6). E ieri gli azzurrini hanno posto un altro importante tassello nella loro stagione da incorniciare: il passaggio alla finale di Coppa Italia Primavera.
Ad Aversa si presentava la Roma di De Rossi senior, squadra tosta e ben organizzata, detentrice della Coppa. La partita di andata si era chiusa sull’1-1, risultato maturato grazie al goal di Palma nel primo tempo e alla sfortunatissima autorete di Celiento quando il cronometro segnava il 93’. Al Napoli sarebbe bastato un pareggio senza reti; ma questa primavera la finale vuole conquistarsela di forza, imponendosi, anche perché ad attenderli ci sarà la Juventus, e si sa: Napoli – Juventus non è mai una partita normale, e non lo è a maggior ragione di questi tempi. Ad accogliere le squadre il pubblico delle grandi occasioni: tribuna strapiena e apertura di un settore laterale per delegazioni di ultras napoletani – ad occhio, i presenti erano quasi 1500, ed il Bisceglia diventava succursale del San Paolo. Il gran numero di presenze è segno dell’esaltazione che si è creata attorno a questa squadra e a questi ragazzi, che all’inizio della stagione sono stati adottati e coccolati dalla città normanna. È cosa rara, rarissima, vedere tutta questa gente a seguire una giovanile.
Ed i ragazzi non deludono: pronti-via, al secondo minuto un velenoso diagonale di Novothny beffa Svedkaujkas: 1-0. Il Napoli continua ad attaccare con ordine: Palma, Palmiero e (soprattutto) Fornito organizzano il gioco a centrocampo, lanciano ora Tutino (un po’ in ombra) ora Insigne. Ed è proprio il fratello d’arte a chiudere i conti al minuto 24: percussione in diagonale dal limite dell’area, il ragazzo di Frattamaggiore faceva mangiare la polvere a Somma e Carboni ed entrato in area concludeva incrociando sul palo lontano: 2-0. Il primo tempo è tutto di marca azzurra e dell’ordinato, a tratti perfetto, 4-3-3 di Saurini: i terzini Nicolao e Savarise si proponevano sulle fasce, gli attaccanti avevano i movimenti giusti, i centrocampisti si dividevano fra l’impostazione e il contenimento (Palma su tutti), e per Lasicki e Celiento, al centro della difesa, i pericoli erano pochi. Dal secondo tempo la musica cambia: la Roma cerca di fare la partita, alza il baricentro ed attacca a testa bassa; ma a parte un paio di occasioni non riesce a rendersi veramente pericolosa dalle parti di Crispino (merito anche dell’ottima prestazione della linea arretrata azzurra). Il necessario squilibrio dei giallorossi creava spazi importanti per Insigne, che più volte si è reso pericoloso in contropiede coadiuvato da Novothny. Ma il risultato rimaneva congelato: 2-0, Napoli in finale, azzurrini in festa. Anche perché si vocifera che la finale si giocherà al San Paolo, nello stadio dei grandi, nello stadio di Diego: e già si pregusta un’emozione fortissima.
L’ultimo appunto è per l’arbitro Bietolini di Firenze, troppo severo con gli azzurri e troppo tenero con i giallorossi: il secondo giallo per Savarise, a tempo ormai scaduto, è parso quantomeno fuori luogo.
I ragazzi di Saurini, insomma, guardano in alto. E guarda in alto anche la dirigenza azzurra, che in questa finestra di mercato invernale ha rifiutato diverse offerte di prestito per i propri gioiellini, soprattutto Palma e Insigne, molto richiesti in serie B. E le ha rifiutate perché gli obiettivi sono chiari: il Napoli vuole imporsi anche a livello giovanile, la scugnizzeria ha bisogno di rinvigorire la propria bacheca, in cui compaiono pochissimi trofei: la Coppa Carnevale del ’75, il Campionato del ‘78/’79, la Coppa Italia ‘96/’97. E quest’anno sembra quello giusto per fare il salto in avanti: il Torneo di Viareggio è alle porte, in Campionato si mantiene il primo posto, in Coppa Italia è finale: pensare al tripletino non è vietato.
Antonio Cristiano
Il Napoli Primavera sogna il triplete
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