Ieri sera, su Raitre, è andata in onda il programma Presadiretta, del giornalista Riccardo Iacona. Ieri dedicato al pianeta calcio. Non ho ancora visto la puntata, credo che lo farò stasera. A Napoli se ne parla perché un passaggio è stato dedicato a Salvatore Aronica, fino all’altro giorno difensore del Napoli, per le sue frequentazioni col pentito di ’ndrangheta Bonaventura. Per quel che mi riguarda, il garantismo resta la mia stella polare. Mi sembra comunque giusto riportare la notizia.
“Il calcio in Calabria è quasi tutto controllato dalla ‘ndrangheta, ci sono decine di squadre controllate. Non è per una questione di soldi, ma di potere. Senza il calcio non diventi istituzione, non diventi antagonista allo Stato, non crei consenso popolare, quel consenso che ti crea un serbatoio di voti che, al momento giusto, puoi dirottare su chi ti fa comodo. A questo servono le squadre in Calabria: a esercitare controllo”. Sono dichiarazioni shock quelle del pentito Luigi Bonaventura, ex capo mandamento della cosca Vrenna-Bonaventura di Crotone.
A questa e ad altre testimonianze verrà dato ampio spazio, ieri sera, nel corso di una puntata di Presadiretta, il programma di Riccardo Iacona, in onda alle 21,30 su Rai3, intitolato Ladri di calcio, in cui si è parlato di più di 800 partite “truccate” per anni nei diversi campionati italiani.
“Era al mio matrimonio”
L’ex ‘ndranghetista parla anche di calciatori vicinissimi alle cosche. In primis il difensore Aronica, fino a gennaio al Napoli, che era al suo matrimonio: “Aronica era accompagnato dalla cosca dei Vitale di Palermo, coi quali ero stato in carcere a Crotone. Gli dovevamo un trattamento di riguardo. Lui quel giorno veniva a portare rispetto, era un modo per far sapere a tutti che stava con noi. Facendosi vedere a quel tavolo suggellava un patto tra noi e la mafia”.
Aronica era già stato sospettato di essere vicino alle cosche. Nel 2009 fu Antonio Ingroia ad indagarlo. (tratto da ilsalvagente.it)