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Chiedi chi era Falconieri, ovvero la carica dei semisconosciuti che segnano al Napoli

Cos’hanno in comune Falconieri, Sansone, Rubin e Radovanovic, Estigarribia? Sicuramente l’avrete già capito: sono tra quei giocatori che hanno avuto la possibilità di segnare il loro primo gol in A contro il Napoli. Perché ieri, al momento del capolavoro di Kone, lasciato solissimo di decidere se prendere quella palla in scorpione, di testa, di spalle, di petto e che ha scelto di fare “semplicemente” una mezza rovesciata galattica che ha fatto tremare i muri già pericolanti del San Paolo, abbiamo pensato tutti la stessa identica cosa: contro il Napoli segna chiunque. Sei un giocatore semisconosciuto, operaio del pallone, medianaccio da trecento presenze e zero reti in serie A? Sei appena tornato da una lunga squalifica, giochi contro un difensore che forse il giorno dopo subirà la tua stessa sorte? Quale migliore occasione per timbrare il cartellino e montarci su anche una storia strappalacrime sul “questo mi ripaga dalle tante sofferenze”.

Così pensando, sono andato a spulciarmi i calendari dei due anni precedenti per capire a quanti siamo riusciti a dare notorietà e presenza sui tabellini, fosse anche l’unica della loro carriera. L’elenco si ferma al 2010-2011, ma potrebbe essere più ricco e include, per quanto riguarda le stagioni più lontane, solo Vito Falconieri, che nel 2008-2009 in una partitaccia di fine campionato indovinò, in una delle sue tre (3) apparizioni in A con il Catania, il classico gol della vita, da 36 metri, con una parabola fantastica. Perché contro il Napoli non solo puoi trovare la via del gol più facilmente che in altre partite, ma spesso imbocchi lo svincolo dell’eurogol, della rete a sensazione, quella che ti fa esclamare “Ma questo quand’è che è diventato un giocatore di pallone?”. Kone qualche gol in A l’ha fatto, ma quello di ieri…

Quest’anno ci hanno puniti in tanti: quale miglior chance per Pogba per trovare il primo gol in A, e che razza di gol! Contro il Napoli, certo. E Caceres? Entra e la mette dentro dopo due minuti scarsi. E poi quel tiraccio di Carmona a Bergamo, 133 presenze e 2 reti in A. Ricordate a chi l’ha segnato l’altro gol? San Paolo di Napoli, 11 aprile 2012. Per l’Udinese prova un certo gusto a gonfiare la rete contro di noi Giampiero Pinzi, già goleador lo scorso anno. Gabbiadini ha scelto di trovare continuità proprio a Napoli, a Genova Bertolacci è tornato a segnare dopo un inizio di campionato da outsider, infine il signor Sansone del Torino ha coronato il sogno di una vita grazie allo svarione di Aronica. Insomma, siamo una delle migliori difese del campionato (in termini di gol subiti) ma contro di noi si scatenano davvero tutti.

Se guardiamo alla stagione precedente c’è l’imbarazzo della scelta: Nel 6-1 con il Genoa c’è stata gloria per Jorquera, a Cesena l’ha messa Guana, 258 presenze e 3 gol in A; come non ricordare Moscardelli con la rete offerta da Fideleff, l’1-2 da panico contro il Parma con Gobbi e Modesto a lasciarci con un palmo di naso, il gol di Marchese nell’ostica Catania, il missile terra aria di Radovanovic a Novara su punizione, il gol di Estigarribia nel 3-3 con la Juve al San Paolo. Lanzafame ha siglato il suo unico acuto a Napoli, discorso simile per Corvia ed Acquafresca. Come dimenticare la tripletta di Larrivey nel 6-3 casalingo al Cagliari? Bonaventura oggi è un gran giocatore, ma scelse il San Paolo per sbloccarsi, e in quella partita segnò il suo unico gol in campionato capitan Bellini, altro top scorer da quasi quattrocento presenze in carriera condite da 8 reti. Ancora: Zaccardo, Simplicio e Marquinho per la Roma, il primo gol in A di Rubin nella partita con il Bologna in cui l’anno scorso “abbiamo perso la Champions”, per dirla con le parole del grande motivatore Mazzarri.
Andando ancora più indietro nel tempo, stagione 2010-2011, ecco il colpo di testa di Gelson Fernandes contro il Chievo in casa, i due gol laziali di Zarate e Floccari a Roma, il sigillo di Meggiorini nel 4-1 al Bologna, i gol di Sardo, Palladino, Balzaretti (uno che non segna praticamente mai), l’eurogol di Chevanton che salvò il Lecce, ancora Corvia.

In questo speciale amarcord non c’è spazio per responsabilità di allenatori e giocatori, credo che tutto ciò sia frutto di un caso, un caso che ieri s’è ripetuto e che ci ha regalato un sorriso amaro nella disperazione di una partita nata male e finita peggio. Con il Siena mancheranno molti titolari per squalifica: già si scaldano i vari Valiani, Larrondo, Rosina. Lo dico anche per esorcizzare, ma come non pensare che magari possa essere la volta buona anche per loro?
Francesco Bevacqua

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