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Aurelio, svegliati, qua si sta rompendo tutto. E comincerei col fare chiarezza con Mazzarri

Aurelio Svegliati. Scetati Aurè, qua si sta rompendo tutto.

Ora tocca a te, devi fare qualcosa. Il primo passo che ti chiedo è uno sforzo di memoria. Non devi andare neanche tanto indietro nel tempo, basta tornare a quattro anni fa. Ti ricordi?Ecco un ripassino: il Napoli chiude il girone d’andata a 33 punti, in piena corsa per la Champions. Tutto sembra andar bene, però c’è chi registra degli scricchiolii inquietanti: stiamo perdendo troppe partite fuori casa, anche contro squadrette tipo Atalanta e Torino. Poi arriva una trasferta a Verona col Chievo ultimo in classifica, è l’ultima giornata d’andata: una partitaccia terribile, Lavezzi gioca alla grandissima, ma tutti gli altri sono sulle ginocchia, Hamsik si fa espellere, insomma perdiamo due a uno. Dopo sette giorni arriva la Roma al San Paolo: è una mattanza, ci danno tre palloni lasciando Totti in panchina. La giustizia sportiva ci mette del suo, perché squalifica il titolarissimo Mannini (non ridete, giocava sempre) per una nebulosa vicenda vagamente legata al doping. Tu, caro Aurelio, fai finta di niente, ti limiti a comprare Datolo, un argentino che in patria avevano ribattezzato “il morto”. La squadra crolla. Reja, alla sua quinta stagione, perde completamente il controllo del gruppo. Marino lo manda via, tu scegli Donadoni che vince giusto un paio di partite per ottenere i punti salvezza. A giugno fosti costretto a spendere 50 milioni per rinnovare la squadra.

Stai attento, Presidente, smettila di pensare ai colpi di fulmine e concentrati sui ricorsi storici.

Quindi che vogliamo fare? Un’idea ce l’avrei. Proponi un rinnovo immediato a Mazzarri. Una proroga del contratto fino al 2014, così togliamo di mezzo questo clima d’incertezza. Poi promettigli nuovi investimenti (mirati!) sul mercato, visto che in estate dovrai spendere comunque un bel po’, se vuoi ancora una squadra competitiva.

Nel contempo, sgombra lo spogliatoio dai pensionati e dai giovanotti tenerelli. Regalali, prestali, ma mandali via, tanto in panchina fanno la muffa e in campo fanno piangere. Non faccio nomi, anzi ne faccio solo uno: Fernandez. Ti prego, non ce lo fare vedere mai più. E’ titolare della nazionale argentina? E chissenefrega. Anche Ayala era il capitano dell’Argentina e il perno della nostra non-difesa nell’anno di disgrazia 1998, quando subimmo 74 gol in 34 partite e franammo in serie B. Ti prego, manda via Fernandez, farai un regalo anche a Mazzarri.

A proposito, e se Walter dice no al rinnovo? Lo esoneri. Ma subito, immediatamente. Scegli un traghettatore e vediamo che succede, oppure inventati un allenatore nuovo con cui avviare fin d’ora un percorso diverso. Nomi da suggerire non ne ho. Fai tu.

Però così sarà chiaro a tutti che questo non è l’anno buono. Non so perché, ma ci avevano creduto in tanti. Invece proprio l’obbligo di vincere a tutti i costi ha distrutto questa squadra. Eravamo tanto brillanti quando facevamo gli outsider, ma da favoriti andiamo in campo con un’ansia bestiale. Allora le possibilità sono due: o fai subito un intervento drastico sul mercato e restituisci a Mazzarri autorevolezza e fiducia, oppure liquidi questa esperienza e ci concentriamo sulla prossima stagione. Vie di mezzo non ne vedo e forse non ce ne sono.

Giulio Spadetta

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