ilNapolista

Cari moralisti, non facciamo di Klose un eroe (e non facciamo paragoni blasfemi)

Prima che mi saltino addosso schiere di moralisti e di sportivi duri e puri è doverosa una premessa: soffro di una deformazione professionale e difficilmente riesco ad apprezzare la confessione di un delitto, soprattutto quando non è spontanea, ma obbligata e strumentale. Klose, come era scontato e prevedibile, da ieri sera è diventato, suo malgrado, un esempio di onestà e sportività. Nel mondo del calcio c’è ormai la corsa a trovare, o ad inventare, episodi e personaggi capaci di restituire una parvenza di credibilità ad un carrozzone che è diventato sinonimo di opacità e affarismo. Anche noi tifosi ci aggrappiamo a tutto pur di trovare una plausibile ragione che giustifichi ancora la nostra irriducibile passione, solo per questo “il pentimento” del tedesco sta bene a tutti, soprattutto alla stampa sportiva che ci infliggerà fiumi di parole intrise di retorica buonista. Anche io sono grato a Klose, perché lo 0 ad 1 ci avrebbe complicato non poco la partita, il resto è aria fritta. Dopo il goal aveva esultato con i suoi compagni, senza alcun pudore, come forse era giusto e naturale, ed insieme al “distratto” Banti era già a centrocampo, a proposito qualcuno sa spiegarmi che senso ha buttare altri soldi per mettere in campo due arbitri di porta se non riescono nemmeno a segnalare un fallo così clamoroso ed a ricordare all’arbitro che il giocatore andava ammonito. Solo la furia incontenibile di De Sanctis e la certezza dello sputtanamento televisivo, che di lì a qualche minuto lo avrebbe travolto, ha indotto il tedesco al tardivo pentimento. Mi ha ricordato un mio cliente, gran professionista del “filo” in banca, immortalato dalle telecamere a circuito interno in ogni fase della sua incursione, che mi affrontò fiero nella sala colloqui di Poggioreale dicendomi: “avvocà io sono una persona perbene, è stata la prima volta, un errore fatto per necessità, ora vado dal Giudice e confesso tutto, certamente apprezzerà la mia onestà”. Certamente, gli risposi . . . D’altronde non lo dimentichiamo mai “la mano de Dios” ce l’aveva uno solo e sarebbe blasfemo anche solo paragonarla a quella del Reich. Claudio Botti

ilnapolista © riproduzione riservata