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Caro Mazzarri, dopo Stamford Bridge ce l’hanno tutti con te. Non lo sanno che hai sbagliato per amore

Caro Walter,

vedo che ce l’hanno tutti con te.

Se il Napoli è crollato, la colpa è quasi tutta tua. Nelle ultime settimane, le accuse si sono fatte sempre più insistenti: hai puntato sempre sugli stessi uomini, hai scelto sempre lo stesso modulo, non hai saputo leggere in corsa le partite, avresti dovuto dare spazio ad alcuni rincalzi.

Va bene, qua e là hai commesso degli errori. Insistere sui tuoi fedelissimi non è stata una mossa giusta, alcuni sono proprio bolliti.

Però tu l’hai detto chiaramente qualche settimana fa: “Sono innamorato di questi ragazzi”. Già, anche noi. E le tue parole mi sono rimaste nel cuore, non avevo mai sentito un allenatore del Napoli parlare così. Però hai sbagliato. Perché vedi, noi tifosi siamo autoindulgenti, ci perdoniamo tutto. A te non ne passiamo manco una, perché sei considerato antipatico, arrogante, piagnone. A molti non piacciono le tue dichiarazioni post partita, tanti ti rinfacciano la stravagante teoria della classifica corrispondente al monte-ingaggi e ancora vanno in freva. Non sai parlare, Walter, questo lo devi ammettere. Non ti sai misurare la palla, l’agonismo ti annebbia. E soprattutto la voglia di difendere “i tuoi ragazzi” certe volte ti porta a dire cose irritanti: “Con la Lazio abbiamo giocato bene…” Be’, questa te la potevi risparmiare.

Vabbuò, acqua passata. Il tuo ciclo qui è finito, lo abbiamo capito tutti. Andrai via a fine stagione, salutato dal sollievo dei tuoi tanti critici, un’ampia coalizione composta dai “Teorici della Difesa a Quattro” e dai membri della Fondazione “I Rimpianti dello Stamford Bridge”.

Già, Londra. Lì finisce tutto e nasce ufficialmente il Fronte Anti-Walter. Prima di quel fatidico 14 marzo, era solo un movimento clandestino, c’erano alcuni carbonari che si riunivano segretamente sul web per portare avanti una crociata donchisciottesca. Le loro teorie vengono affisse sui muri cittadini solo dopo l’eliminazione dalla Champions. Colpiti al cuore, in preda ad astinenza da musichetta (“Decempiooooonz”), i tuoi detrattori gridano pubblicamente le loro posizioni: contro il Chelsea in difesa dovevi mettere Federico Thiago Silva, anzi no, Miguel Angel Puyol, e a centrocampo Blerim Iniesta. In attacco hai lasciato fuori Goran Messi, come hai potuto?

Lì sei mancato, Walter. Non in campo, ma dopo, nelle interviste. Hai taciuto perché non puoi dire una tragica verità: guardando la panchina, sai che se scarti fruscio pigli primiera, e talvolta con le sostituzioni rischi di mettere pezze peggiori del buco.

Da quel momento, sulla nostra squadra è calata la notte, e non sappiamo a che punto è, mancano sette partite e forse non è manco arrivata la vera ora delle streghe e dei lunghi coltelli.

Il vero errore, in realtà, l’hai commesso due anni e mezzo fa, quando arrivasti al capezzale di una squadra devastata dalla depressione donadoniana. Anzi, a dirla tutta gli errori sono due, entrambi gravi: il primo è aver caldeggiato l’ingaggio di Bigon. Hai sbagliato di brutto: il Dna non è un’opinione, Riccardino è figlio di Albertino, l’uomo che preferiva Incocciati a Zola. Qualcosa della coglioneria del padre resta sempre ad eterna condanna dei figli. Quella panchina corta e disomogenea è anche colpa tua, caro Walter, perché ti sei affidato all’uomo sbagliato.

Il secondo errore è stato ancora più pesante: ci hai illuso. Sì, perché per un lungo periodo hai trasformato il piombo in oro, hai vinto a Torino con Aronica, Datolo, Contini e Denis (a proposito: grazie, fu una soddisfazione immensa). Ci hai riportato in Europa. Ci hai permesso di sognare lo scudetto. Ci hai portato sui campi più prestigiosi d’Europa. Hai trasformato dei giocatori morti in Highlander. Hai messo in campo gente che non volevamo più vedere manco in tribuna. E nonostante questo, porca miseria, hai vinto un sacco di partite.

Walter, prima di andartene spiegaci cosa successe alla fine dello scorso campionato, l’impressione di molti è che nasca tutto da lì. E raccontaci pure quali giocatori ti aveva promesso Aurelio. Niente mi toglie dalla testa che con una campagna acquisti sensata oggi faremmo ben altri discorsi. Lo sai anche tu, visto che a Castelvolturno e dintorni sei l’unico che capisce qualcosa di calcio. Avevi chiesto i “doppi ruoli” per poter tenere botta su tutti i fronti. Hai avuto quattro scartine e ci hai provato lo stesso fino in fondo. Ma alla fine hai perso, e questo non ti verrà perdonato.

Sì Walter, andrai via e non sarai rimpianto, anche se ti sembrerà assurdo. Ti dovrebbero fare un monumento, invece no, ti saluteranno con indifferenza.

E’ tutta colpa tua, Walter.

Lascia perdere, Walter.

Giulio Spadetta

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