La vera partita perfetta dev’essere quella contro l’Atalanta, quella contro il Manchester City non lo è stata. Abbiamo goduto come poche volte, bisogna ammettere, specie noi all’estero, però la partita non è stata perfetta un accidente, abbiamo regalato il gol del pareggio con un rinvio da serie C (giusta, per una volta, la Gazzetta su Aronica, se ti travesti da Babbo Natale finisci a fare la figura della Befana), non li abbiamo finiti due volte quando vacillavano (dopo l’1-1 e, soprattutto, dopo il 2-1), e a quel punto molti di quelli che guardavano la partita attorno a me (non solo i tanti gufi juventini o interisti da cui sono sistematicamente circondato) hanno cominciato a evocare (nel mio caso temere) «la legge del calcio», l’eterno «gol sbagliato gol subìto». Che sarà pure una frase (stra)fatta e comunque impareggiabile, ma quando alla radio la sentivo pronunciare dal grande Sandro Ciotti mi si gelava il sangue. Capitava anche (poche volte) al Napoli di Diego, di sbagliare un gol e prenderne un altro, figurati a questo.
Detto questo è ovvio, il Napoli di Mazzarri si conferma una squadra da film, e una grande squadra potenziale, non per caso le prime parole del presidente De Laurentiis davanti ai microfoni sono state «è come recitare in un film internazionale». Appunto. Solo che i film internazionali li vorremmo veder proiettati anche a Catania, e sarebbe clamoroso al Cibali, o a Verona, dove già c’inventammo il memorabile striscione «Giulietta è ‘na zoccola», parto dei geni della curva B nell’anno 1982, al Bentegodi contro i veronesi che l’anno prima ci avevano esposto un bieco «Grazie Etna, Vesuvio risorgi». O li vorremmo adesso vedere, quei film, a Bergamo, dove troveremo una squadra che presumibilmente – come ormai fanno tutte in Italia – ci aspetta, chiusa, compatta nei suoi quaranta metri, e non lascia certo i sessanta metri di campo alle spalle dei difensori che ci ha donato l’incauto Mancini (a proposito, grazie di aver messo Kolarov e Zabaleta così alti!).
C’è un’analisi bellissima fatta da inglesi che di calcio capiscono, quelli di zonalmarketing.net, e studiano tutte le partite dal punto di vista dell’organizzazione. Ammirati dal gioco del Napoli, ma anche consci del fatto che sempre più raramente ci sarà concesso di giocare così, e già oggi in Italia non ci è più concesso. Li traduco senza aggiunte: «Il Napoli è stato eccellente è c’è poco da aggiungere su di loro – hanno difeso con grinta, contrattaccato rapidissimi, e Cavani ha concluso senza pietà, esattamente il metodo di gioco che ci si aspetta da una squadra così. Gli avversari in serie A sembrano ormai conoscere il Napoli, ma si direbbe che in Europa la sua strategia inusuale causerà ancora sorprese». Ecco, noi adesso le sorprese vorremmo causarle – perdonate, ma ho sempre sognato scriverlo – alla «compagine orobica».
Jacopo Iacoboni