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De Laurentiis l’innovatore
gradisce Carraro

Come recita la strofa dell’intramontabile Dicitencello vuie? Levammece sta maschera, dicimme ‘a verità. E Aurelio la maschera pare averla gettata. Sono dieci anni dieci che veste i panni dell’innovatore, che va in tv e attira lo sguardo dei curiosi con le sue esternazioni sul sistema calcio imbolsito che sarebbe in mano a persone che sono rimaste con la testa e l’anima nel Novecento, mentre lui nel terzo millennio ci sarebbe entrato dalla porta principale, e con tutti gli onori del caso. Quante volte lo abbiamo ascoltato discettare di partite di calcio in streaming, di lega europea, di vecchiume italico che imbarbarisce il pallone e – novità dell’ultima settimana – ne decreta anzitempo vincitori e vinti. Per non parlare di nuovi stadi, impianti per famiglie, tabelloni e chi più ne ha più ne metta.
E poi che ti combina il buon Aurelio? Commenta così l’addio di Maurizio Beretta alla Lega Calcio: «Dobbiamo trovare al più presto una nuova governance. Un manager di altissimo livello – riporta la Gazzetta dello Sport -, anche da due milioni l’anno. Poi una figura come Carraro può rappresentarci, lui sta spesso anche a Roma». Insomma, un colpo al cerchio, uno alla botte. Da un lato un manager di livello, dall’altro un uomo di rappresentanza vecchio stampo. E sfodera addirittura Franco Carraro.
Ma Aurelio non vestiva i panni dell’innovatore? E dove li ha lasciati?  Vuoi vedere che questo calcio tanto era tanto antico in fondo in fondo non gli dispiace. Chissà, a noi Carraro tanto simpatico non sta, lo consideriamo responsabile della retrocessione in C della nostra squadra. Ma forse proprio allora nacque la simpatia tra l’uomo eternamente forte dello sport italiano – ovviamente solo lambito dallo scandalo Calciopoli – e il nostro amato presidente. Che proprio ieri ha ottenuto un significativo successo in Lega calcio: il doppio sponsor sulle maglie è piaciuto assai. Questa sì che è roba da duemila, mica come quei tristoni del Novecento.
Massimiliano Gallo

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