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A Milano i napolisti per tutte le generazioni

La “trasferta casalinga”. E’ così che la definiscono i ragazzi del Napoli Club Milano (“NCM 2006”), tifosissimi napoletani ma residenti a Milano, e pronti alla solita piccola invasione pacifica del settore ospiti di San Siro.
Sono i “napoletani 2.0”, come ironicamente si auto-definiscono. Un perfetto mix di diverse generazioni e diverse estrazioni sociali, uniti dalla comune passione per i colori azzurri. C’è l’attempato professionista napoletano di diverse generazioni fa, trasferito a Milano negli anni del boom economico, che ancora racconta delle imprese di ‘o Lione Vinicio; l’operaio 50enne che dopo anni di “pendolarismo a lunga percorrenza” ha smesso di passare la settimana al nord ed il w.e. a casa in Campania ed ha deciso di trasferire qui famiglia e residenza, e che ancora racconta ai più giovani di Canè e del Petisso in panca; il laureato degli anni ‘90 che appena uscito dall’Università si è reso conto che le uniche opportunità professionali significative erano in Lombardia, e che non fa altro che vantarsi di essere stato abbonato in curva B negli anni di Diego; il giovane figlio di napoletani a Milano, che all’anagrafica risulta milanese ma che nell’accento mostra ancora segni di un’evidente educazione fatta di ragù e salsicce e friarielli più che di polenta e brasato. E che è cresciuto ammirando il Milan e sognando che prima o poi quel suo Napoli in bilico tra la serie B, il fallimento, l’onta della C, potesse prima o poi arrivare a giocarsela con i rossoneri.
E ancora chi è appena arrivato e continua a farsi vedere solo per le partite infrasettimanali perché nel w.e. torna “giù, a casa”, chi invece è qui da anni e magari arriva dalla Ciociaria, dal Cilento, dalla Lucania, chi è proprio del Nord e per qualche strana affascinante ragione di calcio, o di fantacalcio, ha deciso di tifare Napoli.
Ogni domenica, o meglio ogni volta che il calendario del “nuovo calcio” lo richiede, li trovi tutti insieme (qualche centinaio di iscritti) davanti al maxi-schermo di un pub, ad urlare di gioia; e faresti fatica a riconoscere le diverse provenienze e le diverse appartenenze sociali. Chi in tuta azzurra e scarpe da tennis, chi in giacca e cravatta appena uscito dall’ufficio, chi pronto a scappare a fine partita per onorare il proprio turno da infermiere in ospedale, chi ancora infreddolito dal lavoro in strada. Tutti associati ad un club che predica il tifo con ironia, simpatia, contro ogni violenza ultras, e che spera solo di poter tornare in ufficio il giorno dopo a prendere in giro i colleghi juventini perché “se vincete almeno questa siete a -8 dal Napoli…almeno fino a lunedì sera….”.
“La nebbia negli occhi, il Napoli nel cuore”, l’immancabile slogan che campeggia sulle magliette e sulle sciarpe azzurre esposte di fianco al maxi-schermo, mentre l’immagine del Vesuvio che si specchia in mare, pian piano nell’acqua azzurra del Golfo assume le sembianze di un duomo….quello di Milano naturalmente. Un club nato da un gruppo di pochi ragazzi che, nel 2006, con la squadra in serie C, si incontra grazie ai contatti dei forum dei tifosi del Napoli su internet, e davanti ad una pizza napoletana (ebbene si, a Milano ormai le pizzeria made in Naples si sono diffuse tantissimo!) decide di costituire un vero e proprio Club Napoli.
E poi le trasferte organizzate da Milano, a Genova dagli amici rossoblu, a Verona sponda Chievo, quest’anno anche a Cesena, fino ad arrivare nella lontana Udine in una domenica di pioggia ininterrotta in uno stadio quasi del tutto scoperto; pronti ad andare in Emilia per i prossimi incontri con Parma e Bologna, e a fraternizzare con gli altri club Napoli del nord Italia. Ma soprattutto le trasferte casalinghe nel “nostro” settore ospiti a San Siro, a due passi da casa, la nuova casa, quella della vita milanese. Ed eccoli pronti per Milan-Napoli, vada come vada, perché il tifo è passione, è stare insieme per il piacere di sentirsi a casa per un attimo, per affermare la comune appartenenza ad una fede sportiva, ricordando però che il tifoso del Napoli si chiama “napoletano” proprio come il cittadino di Napoli, ad affermare la coincidenza tra squadra e città che non puoi trovare in romanisti e laziali, in milanisti e interisti, in juventini e torinisti.
Il sogno continua, sempre con la speranza di poter scendere in strada un giorno a festeggiare la conquista di un trofeo… ma in strada dove? A Napoli, forse, ma anche lì, nella nostra nuova casa, una piazza Duomo imbandierata a festa con i colori che ci fanno sognare….
di Stefano Sibilio

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