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Ma Masaniello alla fine murett’ a Napule

Oggi sembra che di Tommaso Aniello a Napoli sia rimasta una statua nella Basilica del Carmine, ed una piazzetta nei pressi di Piazza Mercato, abbandonata all’incuria ed al degrado. Alcuni momenti prima di morire, sembra che l’ormai ex-capopolo si affacciò dalla finestra di casa sua e disse: “Ma tu ti ricordi, popolo mio, come eri ridotto?”.
Il giorno dopo la fucilazione e la decapitazione, le popolane iniziarono subito ad accorgersi che il pane era aumentato, e quei piccoli miglioramenti raggiunti con Masaniello erano svaniti.
Allora sembra che la gente andò cercando a tutti i costi il suo corpo gettato nella monnezza, nei pressi di Porta Nolana: l’ex-capopolo pescivendolo di piazza Mercato, che visse e morì per la sua gente, andava celebrato e raccolto in un lenzuolo di seta, ed il suo feretro doveva essere portato in processione per tutta la città.
Brutta favola quella di Tommaso Aniello. Oggi i Masanielli dei popoli si chiamano Bossi e Berlusconi.
I Masanielli del calcio si chiamano Totti e Del Piero. Il nostro si sarebbe dovuto chiamare Quagliarella, ma oggi non fa più rima.
Allora di cosa vogliamo parlare: del classico “O’paesan nu pò fà ‘bben rint’ o’ paes suoje”? Oppure vogliamo descrivere il calcio come oppio dei popoli e parlarne per quello che è, un gigantesco business dove i tifosi in fondo sono solo clienti, ed il cuore e la fede sono solo parole, parole usate per esorcizzare valori che purtroppo nella società di oggi non esistono più.
Ma in Quagliarella, Stabiese Doc, uno di quelli che baciava lo scudetto sul cuore e non sulla maglia, i napoletani c’avevano creduto davvero (o almeno si erano illusi).
Quel calcio fatto di sponsor e denari a palate, era sceso al suo livello più infimo, e piano piano si avvicendava tra i quartieri ed i popolani, con l’arrivo di un talentuoso napoletano: sicuramente un de’ chiu fort, a Napoli tra i Napoletani, tra Posillipo e Mergellina, tra Forcella ed il Duomo, tra Barra e Ponticelli, tra i Colli Aminei ed il Vomero.
Ora che l’ex-capopolo è andato via per la sponda nemica, tutti a pronunciare parole come “Addio, Tradimento, Infame”, neanche ci fossimo accorti che solo oggi, dopo Masaniello, il pane è aumentato e non solo per colpa di Marotta e della Juventus.
Con un Presidente che ci fa pagare perfino le amichevoli, perchè sono soldi e”nun se pò mai sapè”, che considera i suoi giocatori come servizi del suo indotto, e che forse men che meno considera anche i suoi tifosi; un presidente che per ora tace, perchè tra 3 milioni di tifosi si è accorto che in fondo qualche nemico ci potrebbe pure stare.
Ora che Masaniello non potrà più morire a Napoli, continueremo a sperare, ed a coltivare argentini o sudamericani, alla ricerca di quei trascorsi mai dimenticati, quei sogni di quel numero uno con  i ricci e con l’orecchino, che non baciava nè maglia nè scudetto, ma solo coppe. Che forse, col senno del poi, è pure meglio.
di cogitoergovomito

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