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Il contropiede non è reato. Elogio della duttilità di Sarri che sta facendo crescere il Napoli

“Un altro modo di giocare è possibile”. Sarri si sta rivelando decisamente meno rigido dei suoi predecessori. E sta arricchendo il bagaglio tattico del Napoli.

Il contropiede non è reato. Elogio della duttilità di Sarri che sta facendo crescere il Napoli
Sarri e Insigne a San Siro (Cuomo)

Terza vittoria a Milano in quattro anni

Terza vittoria consecutiva e sesta nelle ultime sette partite. Un solo pareggio: il 3-3 a Firenze. Seconda vittoria consecutiva in casa del Milan, la terza in quattro anni. Mai accaduto nella storia. Evidenza plastica di quanto il Napoli abbia modificato storici rapporti di forza nel calcio italiano. Questo Napoli, incredibilmente bistrattato (eufemismo) in estate e dopo l’infortunio di Milik, ha appena tre punti in meno rispetto a quello che lo scorso anno (con Higuain) era in testa alla classifica. Ha il miglior attacco della serie A, con 47 reti, di cui 23 segnate nelle ultime sette partite.

Stavolta, però, la novità è un’altra. E riguarda Maurizio Sarri. Che sta sorprendendo non poco per la sua insospettabile duttilità. Il processo di metamorfosi, cominciato qualche settimana fa ha trovato, ieri sera a San Siro, il suo punto più alto. E nel vocabolario del Napoli è comparsa la parola contropiede, la cryptonite per il nerdismo calcistico sul Napolista autorevolmente rappresentato da Alfonso Fasano.

La metamorfosi iniziata contro la Sampdoria

Già contro Sampdoria e Pescara, il Napoli aveva mostrato un cambiamento evidente. Che qui avevamo salutato con favore. Non più il gioco splendido splendente meraviglia degli occhi, ma una concretezza che in altri tempi Sarri aveva aborrito, per dirla alla Mughini. Avevamo definito la sua una conversione al comunismo di Deng Xiao Ping. Ieri sera, a San Siro, la Scala del calcio, l’allenatore toscano si è superato. Non si è comportato come quei provinciali che tengono più a fare bella figura che, magari, a vincere anche rinunciando all’estetica. Anzi. Sarri ha pensato al risultato finale. Ha studiato l’avversario e ha detto stasera si gioca così. Non a caso, ieri sera, Reina e Albiol sono stati tra i migliori in campo insieme con i nostri scattisti là davanti.

E così, tenetevi forte, vuol dire andare in vantaggio in contropiede a casa del Milan al sesto minuto. Tre tocchi e palla in rete. Orrore! Nemmeno il Napoli di Maradona aveva osato tanto. Quel gol di Careca nel 1988, cui seguì il dominio sacchiano, non fu in contropiede ma con gran senso dello spazio e del tempo.

Solo il 30% del possesso palla nella metà campo del Milan

Non ci addentreremo qui in dettagli numerici (anche perché daremo troppo dolore agli esteti, sarebbe sadismo), ci basta fornire un dato. Il Napoli ha tenuto palla nella metà campo del Milan nemmeno per sei minuti (5 e 58), il 30%. L’altro restante 70% il Napoli ha giocato palla nella propria metà campo. Tanto per rendere l’idea, domenica scorsa il possesso palla del Pescara nella metà campo del Napoli è stato del 37% (più di sei minuti) e quello del Napoli allo Juventus Stadium nell’ultima partita è stato del 43%. Insomma: ci siamo rintanati. Orrore!

E invece nessun orrore. Sarri sta mostrando una duttilità insospettabile, almeno per chi scrive. Del resto, stiamo parlando di un self-made-trainer che ha scalato tutte le categorie. A un uomo così non può mancare il senso dell’orientamento. Chissà quante volte avrà cambiato idea nella sua vita. Del resto, fino a qualche anno fa era un teorico del 4-2-3-1, modulo che poi abbandonò a Empoli perché comprese che non era redditizio.

Arricchimento tattico

Sarri ha mostrato al Napoli che si può seguire anche un’altra strada. Ha in parte assecondato una reale inclinazione di questa squadra che ha la cosiddetta ripartenza nel sangue dai tempi di Mazzarri. Tendenza che ha resistito a due allenatori “costruttivi” come Benitez e Sarri. E che ieri sera è stata premiante. La considerazione più importante riguarda proprio l’eclettismo tattico del Napoli. Che sta dimostrando di poter giocare in più modi.

Bisogna anche imparare a dosare le energie, e il Napoli lo sta facendo. E, se è il caso, si può anche stare più coperti per provare a ripartire. Senza rinnegare il proprio credo, come dimostra l’azione del secondo gol. In tre minuti due reti: una in contropiede, e l’altra in purezza sarriana. Siamo a quelle prove concrete di duttilità che avevamo sempre auspicato, sia con Mazzarri sia con Benitez, che francamente credevamo impossibili da vedere anche con Sarri. Che invece ci sta smentendo.

Va anche ricordato che se il Milan ha giocato senza Romagnoli e Locatelli (più De Sciglio), noi eravamo senza Koulibaly e Ghoulam (oltre a Milik). Va data ragione a Sarri che in estate si oppose all’arrivo di Bacca, il colombiano non protegge una palla che sia una, non partecipa mai al gioco, non potrebbe mai stare in questo Napoli. Che adesso avrà il problema del centravanti. Perché si ha un bel dire che rientra Milik. Ma Mertens, pur mangiandosi due gol, ieri sera è stato protagonista indiscusso con due assist stellari. Sarà dura tenerlo fuori.

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