ilNapolista

Nalbero, un “coso” che diventa un caso politico

Non leva e non mette, però dà l’idea di una comunità che non ha cura di sé stessa. Nalbero è una cartolina posticcia.

Nalbero, un “coso” che diventa un caso politico
Nalbero, la contestata struttura realizzata sul Lungomare Caracciolo a Napoli

Dà l’idea di scarsa cura della comunità

Nalbero a cui tendevi eccetera eccetera. Siamo entrati nel ventre della macchina da festa senza rimanerne abbagliati, anzi sottoscriviamo le osservazioni, garbate ma nette, con le quali Eduardo Cicelyn ha rimandato l’opera al mittente. Cioè al sindaco e alla sua voglia di strafare. Ve lo immaginate il nostro fantasmagorico de Magistris in collegamento mondovisione dalla terrazza di Nalbero dove chi vuole può prenotare il cenone alla modica cifra di trecento euro a testa? Potrà gridare, senza bisogno di bandana: ve la faccio vedere io la mia Napoli, neanche gli emiri hanno fatto meglio. L’abbiamo vista, non ci piace e, per giunta, fa ombra allo skyline più fascinoso del mondo.

Il giudizio più terra terra è che non leva e non mette, ma, caro sindaco, la somma di tanti aspetti della città che non levono e non mettono dà il totale di una comunità che non ha cura di sé stessa. La nostra. Intendiamoci, Nalbero non è né brutto né bello, ti lascia indifferente, ma piazzato lì, nella curva magica della Rotonda Diaz, diventa un “coso” che può dare fastidio all’occhio e al sentimento di identità, proprio e solo perché sta lì dove sta. E diventa, per giunta, un caso politico. E non vale la giustificazione della provvisorietà dell’installazione; settanta giorni o sette, o settanta anni anni fa lo stesso: il tempio è stato comunque profanato.

Non si polemizza per il circo in periferia

In un’altra location, invece, Nalbero lo avremmo accettato senza angustiarci più di tanto: come facciamo da sempre con il circo in periferia. Che nel tempo è diventata una presenza che la città attende. Purché resti quello che è e non chieda l’autorizzazione a mettere tenda a piazza Plebiscito. Nalbero, insomma, non aggiunge, anzi toglie qualcosina e procura un briciolo di fastidio. Che aumenta se non ci si limita a considerare la struttura metallica ma si decide di entrarci dentro: otto euro di ticket e passa la paura.

Perché de Magistris lo ha difeso?

Ma aumentano le perplessità e torna la domanda: perché il sindaco l’ha difesa? Se lo ha fatto per dimostrare che a Napoli le cose si fanno come e meglio rispetto alle luminarie di Salerno spendendo, per giunta, molto meno, ha fatto un buco nell’acqua: Nalbero è una cartolina posticcia che oscura quella vera che è uno dei topos più straordinari del mondo. Il mio caro collega Cicelyn si fa cura anche di indicare i luoghi alternativi nei quali l’installazione sarebbe stata più benevolmente accolta e avrebbe potuto svolgere ugualmente la sua mission senza esporsi all’inevitabile confronto che si risolve, com’è sacrosanto, a suo danno: Bagnoli mi sembra il più idoneo, ma tutti sarebbero andati bene.

ilnapolista © riproduzione riservata