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Prima Sarri, poi Lapadula, ora Higuain: chi avvelena i pozzi del Napoli?

Prima Sarri, poi Lapadula, ora Higuain: chi avvelena i pozzi del Napoli?
Sarri e Higuain in una foto di Matteo Ciambelli

L’avvelenamento dei pozzi azzurri ha trovato la sua massima espressione nella sparata del fratello manager di Gonzalo Higuain, che ha saputo dosare tutte le affermazioni più care ai detrattori del club di Castel Volturno. Quelle, per capirci, che imperversano sui media a trazione bianconera. Chissà se sulle convinzioni di Nicolas ha influito l’amicizia di cui si racconta con tal Paratici, una delle teste d’uovo del club di casa Agnelli. Di certo, non si è mai vista una società così accerchiata e strumentalmente delegittimata come il Napoli. L’assalto alla diligenza dei procuratori dopo la conquista del secondo posto non ha precedenti, la sistematica fuga di notizie su trattative date per concluse da presidenti e procuratori per poi naufragare con rifiuti inspiegabili andrebbe analizzata a fondo, perché puzza un tantino di zolfo. Proprio come il can can mediatico imbastito sulla presunta rottura con Sarri, poi smentita con i fatti, almeno quella, appena 24 ore dopo. Per non parlare della trappola organizzata con la trattativa per Lapadula, un caso che ricorda metodi utilizzati prima degli scandali di Calciopoli, a meno che qualcuno non creda davvero alla favoletta dell’accordo lampo fra il Pescara e una società di cui non si sa neppure chi sia il proprietario. 

So che molti di voi staranno storcendo il muso davanti a questa lettura evidentemente complottistica degli avvenimenti. Però la sensazione di una manovra diretta a impedire il rafforzamento dell’unica squadra in grado di spendere qualche soldo sul mercato per poter concretamente insidiare la Juve si fa ogni giorno più netta. Lo strumento della comunicazione, nel calcio, resta indispensabile. Soprattutto se a muoverla sono i soliti noti.Basti pensare quello che è successo al Napoli quando ha osato raggiungere la testa della classifica: la vittoria con l’Inter dipinta come una sconfitta, Mazzoleni designato per la partita immediatamente successiva, l’allenatore dipinto come un omofobo da mandare al rogo, i festeggiamenti in campo bollati come provinciali, senza contare Rizzoli, Irrati e il calendario sapientemente pilotato in favore Juve. Che fare, allora? Il Rionale vede complotti e purtroppo non sempre trova le soluzioni. Però un consiglio può darlo: se i pozzi sono avvelenati, la prima cosa da fare è non bere quell’acqua.

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