Il Times avvisa Donnarumma: Guardiola non è così diverso da Luis Enrique sul gioco coi piedi dei portieri

Pep condivide molti dei dogmi del suo amico Luis Enrique. Al City Joe Hart faceva panchina perché col pallone non sapeva giocare

Donnarumma

Paris Saint-Germain's Italian goalkeeper #01 Gianluigi Donnarumma cheers supporters as the club celebrates the 2024–2025 season's trophies (Ligue 1, Coupe de France, Trophée des Champions, the UEFA Champions League) and the UEFA Super Cup trophy, after the French L1 football match between Paris Saint-Germain (PSG) and Angers SCO at the Parc des Princes Stadium in Paris on August 22, 2025. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

Gigio Donnarumma ha lasciato dopo quattro anni il Psg e ha firmato con il Manchester City, dove sarà allenato da Pep Guardiola.

Donnarumma approda in Premier con Guardiola: è davvero così simile a Luis Enrique?

Il Times pone la questione sul fatto che Luis Enrique e Guardiola potrebbero non essere davvero così simili. Il quotidiano scrive:

Il povero portiere, atterrando in Premier League l’ultimo giorno della finestra di mercato, ascolta ciò che i suoi coetanei dicono del campionato inglese in merito ai palloni che si stanno utilizzando. Raya dell’Arsenal dice che bisogna rapidamente adattarsi ai palloni della Puma che sono più difficili da gestire. Benvenuto, Gianluigi Donnarumma, in un mondo di scuse e alibi, e di sfide nuove se provieni da un campionato in cui ogni squadra potrebbe tirare con palloni di marchio Adidas e sai che vinceresti comunque il campionato. Benvenuto, soprattutto, in un club in cui i rilanci di un portiere sono esaminati e dove, come testimonierebbe Joe Hart, puoi essere il numero 1 ammirato dal tuo Paese, amato dai tifosi del Manchester City, ma comunque considerato un esubero se il tuo gioco con i piedi non si adatta. L’arrivo di Donnarumma dal Psg al City è sia un affare per un giocatore che ha bisogno di rivalsa, sia perché c’era bisogno di un’alternativa di alto livello al posto di Ederson. Ma è un puzzle ideologico, in quanto la partenza di Donnarumma da Parigi è stata in parte motivata da un allenatore dogmatico come Luis Enrique, che persegue l’idea di un portiere più agile e fiducioso con i piedi. 

Fino a che punto ora Pep Guardiola, che condivide molti dei dogmi del suo amico Luis Enrique, è così diverso nella sua valutazione per le abilità di Donnarumma? Il Psg ha acquistato Lucas Chevalier, lasciando intendere a Donnarumma che il suo tempo lì era finito. Quando dieci giorni fa ha salutato il Parco dei Principi, ha sentito l’affetto dei tifosi e Luis Enrique ha anche riconosciuto il contributo che ha dato il portiere al trionfo europeo. Ma i loro due anni di lavoro insieme sono stati altalenanti. Quasi ogni volta che Donnarumma è stato lasciato fuori dalla formazione titolare, le spiegazioni erano perché la squadra voleva partire da un gioco dal basso. Si è scelto quindi di parlare di un problema persistente. La carriera di Gigio è brillante: grande personalità, buoni riflessi, attaccanti intimiditi nell’uno contro uno, esperienza nei rigori come con l’Italia a Wembley e eliminando il Liverpool dalla Champions a marzo. E’ sempre stato chiaro quale portiere preferisce Luis Enrique: quando allenava il Barça vinse il triplete alternando Claudio Bravo e Ter Stegen; non appena Bravo arrivò al City sotto Guardiola, finì per la maggior parte delle partite in panchina. Nove anni dopo, lo “scarto di lusso” di Luis Enrique è un regalo per Guardiola. 

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