Il Telegraph: “Guardiola è convinto che le sue decisioni siano il Vangelo. I fatti dicono che non è così”
In FA Cup contro il Liverpool ha tenuto fuori sette titolari (compreso il portiere), la sua voglia di sperimentare si è rivelata lontana dal buon senso

Mg Milano 06/11/2019 - Champions League / Atalanta-Manchester City / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Josep Guardiola
Sul Telegraph Oliver Brown torna sulla voglia matta di sperimentazione che puntualmente si impossessa di Pep Guardiola. L’ultimo esempio è stato la semifinale di FA Cup di sabato scorso contro il Liverpool. Semifinale perduta 3-2 dal City (3-0 a fine primo tempo) e in cui Guardiola ha schierato la formazione priva di sette titolari tra cui il portiere Ederson. Guardiola gli ha preferito Zack Steffen. Una scelta che il Telegraph ha definito “confinante col bizzarro”. Steffen ha poi commesso il clamoroso errore che ha portato al 2-0 di Mane.
La scelta di affrontare il Liverpool senza Kevin De Bruyne, Ruben Dias o Ilkay Gundogan ha portato la sua stravagante politica di rotazione troppo lontano.
Guardiola viene pagato 19 milioni di sterline all’anno per sviluppare una visione onnisciente delle condizioni dei suoi giocatori in ogni momento. Se Pep sostiene che gli infortuni hanno costretto il City a così tanti cambiamenti, secondo lui dovrebbe essere accettato come vangelo. Ma anche un manager celebrato per le sue solide certezze non è immune da insicurezza.
Il Telegraph torna sulla finale di Champions dello scorso anno persa contro il Chelsea di Tuchel.
Perché, tra tutte le occasioni, scelse proprio la finale di Champions dello scorso anno, la prima nella storia del City, per giocare senza Fernandinho e Rodri i suoi due perni di centrocampo?
E ancora:
Spostò Sterling fuori forma sull’ala sinistra, dirottando Foden in una posizione centrale a lui meno congeniale. Se Sterling fu anonimo quella sera, è altrettanto inefficace con i suoi contrattacchi contro il Liverpool.
Guardiola si sta illudendo se crede che la brillantezza del Liverpool sia stata l’unica ragione della sconfitta. Il City aveva l’artiglieria pesante per rispondere al fuoco, ma la teneva quasi tutta in panchina. Mahrez è entrato troppo tardi. Per questo, le responsabilità sono di Guardiola. La sua passione peri cambiamenti è nota, ma ci sono momenti in cui le sue sperimentazioni sembrano inferiori al buon senso.