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Jakobsen, il ciclista “quasi morto”, torna a correre con 130 punti in faccia e una mascella ricavata dal bacino

Ad agosto la paurosa caduta in volata in Polonia: salvo per miracolo. A breve potrebbe incrociare in gara il suo connazionale che lo spinse sulle barriere: “Non ho ancora capito perché lo fece, non siamo animali, non è una guerra”

Jakobsen, il ciclista “quasi morto”, torna a correre con 130 punti in faccia e una mascella ricavata dal bacino

Era il 5 agosto 2020 a Katowice, prima tappa del Giro di Polonia, sprint di massa. I ciclisti si precipitano in volata sul rettilineo leggermente in pendenza. A 80 chilometri orari. Uno squadrone da caccia impazzito. Il miglior velocista olandese, Dylan Groenewegen, dà una spallata al suo connazionale Fabio Jakobsen, che all’epoca aveva 23 anni, lo spinge contro le barriere laterali. La caduta è devastante. Il video è ancora virale. Jakobsen si schianta. Il medico del suo team Deceuninck Quick Step, dopo avrebbe ammesso che “pensava che Fabio sarebbe morto su quella strada polacca”.

I primi soccorritori gli hanno salvato la vita. Un elicottero di soccorso lo ha portato in un ospedale di Sosnowiec, dove è stato operato alla testa per diverse ore, con gravi ferite, un viso schiacciato, ossa rotte e un solo dente in bocca. Dopo due giorni i medici lo hanno portato fuori dal coma artificiale.

Jakobsen ha visto l’incidente nel video, ma ancora non riesce a ricordare niente. Ricorda solo i primi giorni e le prime notti in ospedale: “Avevo paura di non sopravvivere”, dice.

È successo otto mesi fa. Otto mesi in cui Jakobsen è stato operato più volte. I medici gli hanno rattoppato il viso con 130 punti di sutura e hanno rimodellato la mascella distrutta con parti ricavate dal bacino. La dentizione è ancora una soluzione temporanea. Solo quando la mascella sarà completamente guarita verranno inseriti degli impianti. “Ci vorranno ancora alcuni mesi”, dice.

Jakobsen torna a correre domenica. Prende parte al tour della Turchia. Dice di provare sentimenti contrastanti, al riguardo, tra la gioia di tornare in sella e la paura.

Presto potrebbe incrociare in gara Groenewegen, che otto mesi fa è stato squalificato dalla World Cycling Federation per nove mesi. Gli sarà consentito di correre nuovamente dal 7 maggio. Non è chiaro se e quando il suo team Jumbo-Visma lo utilizzerà. Jakobsen ha rifiutato di parlare con Groenewegen fino ad oggi, accettando le sue scuse, a distanza. “È difficile per me capire perché lo ha fatto”, dice ancora. “Siamo esseri umani, non animali. Questo è sport, non una guerra dove non ci sono limiti”.

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