Scandalo biglietti ai Mondiali, tutta la stampa inglese contro la Fifa: “Totale disprezzo per i tifosi”

Guardian, Telegraph, Times: monta la protesta per il caro prezzi. "Il messaggio della Fifa è chiaro: al diavolo l'uomo comune"

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President of FIFA Gianni Infantino speaks next to the trophy during the 2025 FIFA Club World Cup Draw ceremony in Miami on December 5, 2024. (Photo by Giorgio VIERA / AFP)

I biglietti per le partite del Mondiali a prezzi “flessibili”, sono diventato uno scandalo a lenta lievitazione. Sono mesi ormai che se ne parla, ma oggi il caso è definitivamente deflagrato sulla stampa inglese: ci aprono tutti, il Guardian, il Telegraph, il Times eccetera.

Scandalo prezzi per i Mondiali: la stampa inglese insorge

Un tifoso dell’Inghilterra dovrà pagare un minimo di 3.129 sterline per vedere la sua nazionale se arriva in finale, e questa per il Times “è la conferma definitiva del totale disprezzo della Fifa per i tifosi di calcio“.

“La Fifa è un’autocrazia” che “può ignorare il concetto di fair play, può ignorare l’integrità sportiva e l’ideale che, fino ad ora, abbiamo dato per scontato, ovvero che la più grande competizione sportiva mondiale si combatta ad armi pari . Può fare tutto questo perché la federazione è strutturata in modo tale da renderla impossibile da contestare”.

“Aumentando i prezzi dei biglietti a queste cifre, la Fifa sta trasformando i Mondiali – e in particolare la finale – in un evento riservato ai ricchi. Non c’è bisogno di leggere tra le righe. Il messaggio è forte e chiaro. Al diavolo l’uomo comune”.

Il biglietto più economico per la finale costerà circa sei volte di più rispetto all’ultimo Mondiale in Qatar. Con siti di rivendita che vendono biglietti da 60 dollari a 560 dollari. Ma è un bagarinaggio istituzionalizzato direttamente dalla Fifa: si tratta di prezzi stabiliti dalla Fifa, e anche i ricavi vanno alla Fifa.

“Perfido è la parola giusta. La politica dei prezzi dinamica – che reagisce alla domanda e all’offerta con prezzi fluttuanti – suggerisce che i prezzi possano tanto scendere quanto salire, quando in realtà, quei prezzi semplicemente precipitano in modo immorale quando la disperazione prende il sopravvento. Sembra un ricatto emotivo su scala ladruncola.

Il fatto è che “più di qualsiasi altra nazione al mondo, gli Stati Uniti hanno appassionati di sport abituati a pagare cifre esorbitanti per assistere a una partita dal vivo. Quindi non è una grande scommessa; non è che la Fifa non riempirà i suoi stadi per i Mondiali. Ma vedremo un certo numero di fan tradizionali semplicemente decidere di non andarci. Troppo costoso. Semplice”.

“Come può la Fifa farla franca? La risposta sta interamente nel processo che si autoalimenta. Il tipo di democrazia che la Fifa gestisce dà diritto di voto a tutte le nazioni partecipanti. Ciò significa che la Bosnia-Erzegovina ha lo stesso potere di voto del Brasile; Curaçao ha lo stesso peso della Spagna. La Fifa e il suo presidente, Gianni Infantino, erogano generosi finanziamenti alle nazioni più piccole. Non è un miracolo, quindi, che quando si tratta di votare, ci siano molti paesi più piccoli che si schierano con lo status quo”.

“Non è che i tifosi di calcio marceranno contro gli uffici della Fifa a Zurigo. I prezzi dei biglietti sono quelli stabiliti, non verranno modificati. Se vuoi venire, devi pagare. E se non vuoi venire tu, lo farà qualcun altro”.

E’ il mercato. E quindi? Per il Telegraph allora dovrebbe intervenire la Football Association rilasciando almeno una dichiarazione con la quale condanni i prezzi esorbitanti. Ma servirebbe a poco. “Beh, si tratterebbe semplicemente di fare la cosa giusta. E a volte è tutto ciò che si può fare. Dichiarare la convinzione che questi prezzi siano osceni e sbagliati. Di esporsi. Di protestare. Di essere dalla parte giusta. Le associazioni di tifosi chiedono alla Fifa di bloccare le vendite. E hanno ragione”. E se non lo fa? “Non dire nulla è peggio, perché implica complicità”.

Perché poi il problema non sono mica solo i biglietti. Ci sono “i prezzi esorbitanti degli hotel attualmente in offerta, destinati a salire, il costo della vita negli Stati Uniti, dove si svolgeranno la maggior parte delle partite, e il semplice fatto di arrivarci. In più, il rischio di essere interrogati sulla propria cronologia dei social media e di dover di fatto fornire i tabulati telefonici alle autorità statunitensi. Questo dovrebbe essere divertente, per l’amor del cielo. Dovrebbe essere la cosa più importante tra le meno importanti della vita, una liberazione, un sogno, un obiettivo. Invece è incredibilmente stressante e incredibilmente costoso. Immaginate i tifosi scozzesi, emotivamente attratti dall’essere presenti alla Coppa del Mondo per la prima volta in 28 anni, ma impossibilitati per i livelli di costo eccessivi. Che fine ha fatto l’inclusività?”.

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