Messi: «Guardiola è il miglior allenatore che abbia avuto. Scaloni mantiene alta la motivazione dell’Argentina» (Espn)
Lionel Messi alla vigilia della finale della Mls contro il Vancouver di Thomas Müller. «Il Mondiale? Spero di esserci, chi gioca negli Usa è favorito dal calendario»

Argentina's forward #10 Lionel Messi celebrates after scoring his second goal during the 2026 FIFA World Cup South American qualifiers football match between Argentina and Venezuela at the Mas Monumental stadium in Buenos Aires on September 4, 2025. (Photo by Luis ROBAYO / AFP)
Lionel Messi si prepara alla finale della Mls Cup (contro il Vancouver di Thomas Müller) con entusiasmo, sottolineando la solidità e la motivazione della squadra. Ricorda il sogno d’infanzia di giocare nel Newell’s e racconta il percorso che lo ha portato al Barcellona e alla gloria internazionale. Parla del rapporto con Scaloni e Guardiola, della mentalità vincente dell’Argentina e dell’importanza della famiglia nella sua carriera. Infine, esprime il desiderio di partecipare ai Mondiali 2026, consapevole delle difficoltà di difendere il titolo iridato. L’intervista è di Espn Argentina.
Sulla finale della Mls Cup
Sono felice, è davvero speciale giocare un’altra finale con questo club. Raggiungere la finale della Mls con un “nuovo” club è spettacolare. Abbiamo già iniziato a prepararci, studiando l’avversario e lavorando tatticamente con Mascherano. La squadra è in ottima forma, solida e motivata, e giocare in casa sarà un vantaggio.
Il campionato americano è molto fisico
È vero, il campionato è molto fisico e gli avversari sono migliorati. Ci sono lunghe trasferte e partite molto combattute, però mi sono sentito bene e spero che il prossimo anno inizi allo stesso modo. Solo ora riesco a capire davvero tutto quello che ho vissuto, perché la mia carriera è stata sempre intensa, con partite ogni tre giorni e obiettivi importanti da raggiungere.
Qual era il tuo sogno d’infanzia?
Sognavo di giocare per la prima squadra del Newell’s. Andavo allo stadio, giocavo lì e immaginavo di diventare un professionista. Poi tutto è cambiato a 13 anni quando sono andato al Barcellona. Ho vissuto esperienze che non avrei mai potuto immaginare. Fuori dal campo ero timido, ma in campo mi trasformavo, e succede ancora oggi.
Come vedi le possibilità dell’Argentina ai Mondiali?
Abbiamo un gruppo di vincenti, con una mentalità forte che contagia tutti. Lo si vede in allenamento e in partita: tutti danno il massimo. Scaloni e il suo staff hanno creato un’atmosfera fantastica che facilita anche l’inserimento dei nuovi giocatori.
Cosa pensi del rapporto con Scaloni?
Scaloni conosce bene i giocatori, sa come parlare con ognuno e motivarli. Ha portato nuovi talenti e considera tutti, indipendentemente dal club in cui giocano. Questo mantiene alta la motivazione della squadra.
Hai già parlato con lui della Coppa del Mondo 2026?
Sì, ne abbiamo parlato. Mi dice sempre che vorrebbe che fossi lì in qualsiasi ruolo. Abbiamo un rapporto di grande fiducia e possiamo parlare di tutto. Sarà come iniziare una nuova stagione, e avere una pre-stagione a metà mi aiuterà molto.
Come descrivi Pep Guardiola?
Pep è unico. È l’allenatore migliore che abbia avuto. Ha cambiato il modo di giocare a calcio in ogni paese in cui è stato e ho imparato moltissimo da lui. A Barcellona siamo stati fortunati ad avere questa intesa, e anche fuori dal campo la sua preparazione e comunicazione sono straordinarie.
Qual è stato il miglior anno della tua carriera?
Ci sono stati anni incredibili, come quando abbiamo vinto la Coppa America con l’Argentina o la Champions League con il Barcellona. Non ho mai giocato per i numeri dei gol, ma per la passione e gli obiettivi della squadra.
Quanto conta la famiglia per te?
La famiglia è tutto. Mi è sempre stata vicino, anche nei momenti difficili con la nazionale. A Barcellona vincevamo tutto, ma in nazionale le cose non andavano bene e la mia famiglia ha sofferto insieme a me. Siamo molto uniti, e lo stesso vale per la famiglia di mia moglie Antonela. Avere tutti vicino è ciò che conta di più.
Come vedi la difficoltà di vincere un’altra Coppa del Mondo?
Vincere è difficile, qualsiasi dettaglio può cambiare tutto. Anche se siamo campioni, tutti vogliono batterci. Ci sono squadre forti come Spagna, Francia, Inghilterra, Brasile e Germania. Giocare senza pressione è un sollievo, ma non garantisce nulla.
Sarai presente ai Mondiali del 2026?
Spero di sì. Sarebbe speciale esserci, e nel peggiore dei casi sarò a guardarlo in diretta. La Coppa del Mondo è speciale per tutti, e noi argentini la viviamo in modo unico.











