Tensione al Real Madrid: Xabi Alonso si sta perdendo per strada Vinicius, Bellingham e Valverde

Il Madrid è primo in Liga ma non vince da tre partite. Non tutti gradiscono il calcio posizionale dell'ex Leverkusen. Il club per ora osserva ma non gradisce troppe tensioni

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Cc Madrid 26/05/2025 - Presentazione nuovo allenatore Real Madrid / foto Cesar Cebolla/Image Sport nella foto: Xabi Alonso

Il Real Madrid non può vivere senza vincere tutte le partite. Figuriamoci se non vince per tre gare di fila, per di più con due pareggi contro Rayo Vallecano ed Elche (e una sconfitta col Liverpool). L’inferno. Nonostante sia primo in classifica con un punto di vantaggio sul Barcellona. Lo spogliatoio scappato eccetera eccetera. Dopo più di un anno, i giornali spagnoli ancora scrivono che l’addio di Kroos, l’arrivo di Mbappé e i risultati altalenanti hanno generato confusione tattica e malumori, soprattutto con Vinicius. L’anno scorso toccò ad Ancelotti. Stavolta a Xabi Alonso. Parte della squadra non si ritrova nei metodi del nuovo tecnico, mentre altri giocatori stanno rendendo e consolidando la relazione con lui. Il club osserva con preoccupazione: la sfida contro il City del 12 dicembre sarà un primo vero esame. Ne scrive El Mundo  

Xabi Alonso, l’illusione di un vincente al Real Madrid

Quell’eredità emotiva nello spogliatoio si è scontrata frontalmente con l’idea di Xabi Alonso, un allenatore giovane, interventista e vincente con il suo progetto più personale: il Bayer Leverkusen, che ha portato al titolo in Germania e alla finale di Europa League. Un tecnico che aveva sedotto i piani alti del Bernabéu per i suoi successi, il suo calcio moderno, il suo passato a Chamartín e la promessa di una gestione rigida, figlia del suo legame sportivo ed emotivo con José Mourinho. Tutto piaceva e l’entusiasmo era totale.

Ma in questi primi sei mesi, parte della galassia blanca e Xabi non si incastrano. Dopo i segnali positivi del Mondiale per club, risultati, sensazioni e modo di gestire la rosa hanno incrinato alcune relazioni fondamentali per la quotidianità del gruppo. Ci sono giocatori che non condividono i suoi metodi di allenamento. La sua presenza costante durante le sedute o le ore extra di video e riunioni. E stelle che, secondo lo staff, non sono state all’altezza di ciò che chiede loro il tecnico. Vinicius, in panchina in quattro occasioni in questa stagione, non ha nascosto la sua irritazione né in pubblico né in privato. Se il rapporto tra il brasiliano e Ancelotti era come tra padre e figlio, con Alonso è «professionale», dicono fonti vicine allo spogliatoio.

Le due correnti dello spogliatoio del Madrid

Nello spogliatoio ci sono due correnti. Una, autocritica, ritiene che quest’anno e mezzo dalla finale di Wembley sia stato un disastro in gran parte per responsabilità proprie, indipendentemente da chi sieda in panchina, e che sia mancato – e manchi – il giusto atteggiamento. Ma l’atteggiamento nasce dalla motivazione, e la motivazione arriva in gran parte dal legame con l’allenatore e da quanto il gioco renda o meno. E qui entra in gioco l’altra corrente che invece dubita dell’idea di calcio di Alonso per questa rosa. Valverde, che brillò come esterno destro nella Champions 2022, o Bellingham, terzo al Pallone d’Oro 2024 e “libero” come falso nove, non riescono a ritrovare la loro collocazione. Sono giocatori totali, ma non emergono in un calcio più posizionale rispetto a quello di Ancelotti. Situazione simile per Camavinga o lo stesso Vinicius. Tre di questi quattro sono finiti in panchina contro l’Elche. Nel frattempo, altri come Tchouaméni, Güler o Mbappé hanno invece reso e si sentono a loro agio, consolidando così il loro rapporto con il tecnico.

Il club osserva preoccupato e aspetta la sfida col City

Nel club osservano preoccupati la gestione di Alonso e non mancano alcune critiche, sebbene a bassa voce e chiedendo anche qualcosa in più ai calciatori. Non è piaciuta la polemica con Vinicius né si comprende la disconnessione di altre stelle, ma i risultati tengono il Madrid in testa alla Liga e tra le migliori otto d’Europa. «È il momento dei giocatori», dicono. Il giorno della partita contro il City (12 dicembre) appare come l’ultimo esame della prima valutazione.

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