A Marca: “Piango per gli anziani che hanno lavorato tutta la vita senza ottenere quello che volevano. Mio padre vietava i pettegolezzi”
Gabriel Omar Batistuta oggi ha 55 anni e le ginocchia rovinate. Però gioca a padel, tennis e golf, ha 15.000 capi di bestiame a Santa Fe, 800 chilometri a nord di Buenos Aires. E’ anche un giocatore di polo a livello amatoriale. Marca l’ha intervistato e gli ha chiesto, per cominciare: se Maradona e Messi sono dei, Gabriel Omar Batistuta era almeno un apostolo? “No, non lo so, ho giocato a qualcos’altro. Il mio sport era fare gol e basta. Loro erano molto di più. Hanno fatto la magia”.
E’ un’intervista strana, con domande sul tango, sull’asado, sui valori genitoriali, con risposte secche. Batistuta dice che suo padre e poi lui sono cresciuti non avendo niente, i suoi figli hanno tutto. “Ma penso che siano cresciuti con dei valori e siano brave persone, bravissime persone”.
“Molte situazioni mi hanno ferito, ma mi fanno piangere di più gli anziani che hanno lavorato tutta la vita e non hanno ottenuto quello che cercavano”.
Perché Milei vince in Argentina? “
Vince perché la gente è stanca della politica. Milei sono le persone che si sono stancate della storia e appunto della politica. Noi in Argentina non abbiamo ottenuto nulla, non abbiamo ottenuto nulla parlando e beh, Milei è arrivato, determinato, ha creduto fermamente nella sua idea e ha convinto”.
Poi parla della privacy, della sacra intimità:
“Fino ai 18 anni sono cresciuto in un ambiente intimo, a casa non potevi parlare del tuo vicino. Mio padre mi proibiva di raccontare pettegolezzi. Come fai a sapere perché ha comprato l’auto o perché ha litigato con la donna? Lo avevamo proibito. Siamo molto rispettosi della privacy di una persona. E quando ho iniziato a giocare a calcio, hanno invaso la mia vita. Quindi ho passato un brutto periodo”.
Il primo giorno dopo il calcio?
“Ho sentito molta pace, molta tranquillità”.
I giornalisti ti hanno tradito?
“Parecchi. Ma ho il dono di dimenticare le cose brutte che mi sono state fatte e non saprei dirti quante e da chi. Ma mi hanno fatto male”
Ora gioca a golf . E rispunta l’anima del campione, irrecuperabile:
“Trovo miglioramenti continuamente. Non finisco mai per essere felice, mai. Se gioco male o gioco meno male, non torno mai a casa felice. È la ricerca del miglioramento personale”.