“Prima il pubblico era civilissimo, elegante. Oggi invece chi fa casino viene persino acclamato dagli altri”

Toni Nadal, zio e mentore di Rafa, non ne può più della “mala educatiòn”. Del pubblico del tennis che ormai pare tarato sul comportamento di quello del calcio. Ne scrive nella sua rubrica sul Paìs. Ce l’ha “con le urla fastidiose e ingiuriose di una parte del pubblico”. “Si è arrivati a un punto di cattive maniere tale che abbiamo dovuto assistere a giocatori che in campo venivano rimproverati direttamente. Lo stesso Novak Djokovic è stato costretto a invitare uno spettatore irrispettoso a scendere in campo per affrontarlo”.
“Perché si è arrivati a questa situazione in uno sport che aveva come elemento caratteristico una certa eleganza, silenzio e rispetto da parte dei civilissimi spettatori?”, si chiede Nadal.
“Ciò che accade nel tennis non è altro che un altro riflesso di ciò che accade nella società. Questo desiderio di attenzione, anche se inspiegabile, pacchiano e fuori luogo, che Andy Warhol aveva già preveggentemente predetto – nel futuro, ognuno avrà i suoi quindici minuti di celebrità – sta dando la sua evidente dimostrazione. Non basta più andare a godersi uno spettacolo. Sembra, infatti, che questo sia il meno. Si tratta di gridare, partecipare e, ovviamente, attirare l’attenzione delle telecamere presenti che trasmetteranno l’immagine dell’uomo o della donna rude di turno in giro per il mondo. La cosa più deplorevole, però, non è il caso particolare (che è abbastanza grave), ma che quello che prima sarebbe stato motivo di disprezzo generale, oggi viene addirittura acclamato e incoraggiato da una parte del resto del pubblico”.
“Sembra che stiamo entrando in uno scenario molto spiacevole e distruttivo – conclude Nadal – in cui la maleducazione non viene nemmeno punita con una scarsa considerazione palesemente diffusa”.