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Pafundi emigra in Svizzera perché all’Udinese non gioca. Poi si lamentavano del Decreto Crescita

La cessione del talento 17enne dell’Italia under 19: prestito con diritto di riscatto fissato a 15 milioni di euro

Pafundi emigra in Svizzera perché all’Udinese non gioca. Poi si lamentavano del Decreto Crescita
Italy's midfielder Simone Pafundi celebrates after scoring a goal from a free-kick during the Argentina 2023 U-20 World Cup semi-final match between Italy and South Korea at the Estadio Unico Diego Armando Maradona stadium in La Plata, Argentina, on June 8, 2023. (Photo by Luis ROBAYO / AFP)

Simone Pafundi va in Svizzera, al Losanna, per giocare. L’Udinese ha chiuso la cessione del talento 17enne dell’Italia under 19, per un prestito con diritto di riscatto fissato a 15 milioni di euro. E’ l’ennesimo giovane costretto ad emigrare all’estero perché vittima del “nonnismo” dei club italiani. Se un giovane non trova posto all’Udinese… Poi dicono che era colpa del Decreto Crescita.

L’operazione Pafundi, scrive Repubblica, è stata conclusa dall’agenzia italiana Ali Sport di Francesco Facchinetti, ora anche procuratore sportivo, e Ali Barat. Il Losanna è uno dei club del gruppo Ineos, proprietario anche del Nizza e del 25% del Manchester United.

Nel contratto c’è anche una clausola per la quale l’Udinese potrà richiamare Pafundi dopo sei mesi se avrà giocato meno del 50% delle partite del Losanna.

A novembre scrivevamo su come venivano trattati i giovanissimi in Inghilterra e in Italia.

Ci sono solo due mesi di differenza tra Simone Pafundi e Lewis Miley; il primo è di marzo, il secondo di maggio. Entrambi classe 2006. Hanno la stessa età, 17 anni, si allenano stabilmente con due prime squadre, Udinese e Newcastle. Ma il friulano viene considerato come un’ultimissima spiaggia, mentre il talentino nato a Stanley gioca dal primo minuto in Premier League.

Le buone prestazioni al Mondiale Under 20 di Pafundi non sono servite a molto, l’Udinese continua a non mandarlo in campo; per lui quest’anno in Serie A una sola presenza, per sette minuti. Come se in quei sette minuti avesse dovuto rivoluzionare la sua carriera “con gol, assist e aiutando in difesa” (ci perdonerà Garcia per avergli rubato la citazione); forse solo così la sua squadra lo avrebbe mandato in campo più spesso. Mancini lo aveva anche fatto esordire con la Nazionale maggiore. Era il 2022, ma la verità è che in Italia i giovanissimi continuano a fare troppa fatica.

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