Il rinnovo: ingaggio da una decina di milioni di euro fino al 2026. Clausola a scalare, parametrata alla forza economica dell’acquirente

Osimhen, la clausola molto al di sotto del duecentino di cui parlò De Laurentiis. Lo scrive il Corriere dello Sport con Fabio Mandarini.
A Osimhen manca qualcosa: il nuovo contratto. Un contratto all’altezza del suo valore, del blasone, della valutazione degna di uno degli attaccanti più forti del mondo. In cima all’Europa, all’Africa e alle liste di tutti i club che cercano un centravanti formidabile. L’idea del Napoli non è mica diversa: sa perfettamente quanti e quali estimatori vanti Victor soprattutto in Inghilterra (Chelsea in testa, di cui tra l’altro è sempre stato tifoso, e poi United, Liverpool, Arsenal, Newcastle, Psg), e allo stesso tempo è anche consapevole di quanto la scadenza possa assumere un valore decisivo in termini di forza contrattuale.
Osimhen e Calenda, di contro, non hanno alcuna voglia di sfruttare la strada dello svincolo, del tempo che passa fino all’acquisizione dello status di parametro zero, ma per tirare fuori quel famoso champagne andranno rivisti i parametri estivi: ingaggio da una decina di milioni di euro fino al 2026; una clausola rescissoria sicuramente superiore ai 100 milioni e magari anche a scalare come quella di Kim, cioè parametrata alla potenza economica e finanziaria del potenziale acquirente, ma nettamente inferiore ai 200 milioni che De Laurentiis in estate tramutò in un «duecentino» giocando con le parole; e poi la gestione di certi aspetti dell’immagine, certi bonus, certe storie vecchie.
C’È CONVERGENZA DI INTERESSI TRA VICTOR E IL NAPOLI (CORSPORT)
Aurelio De Laurentiis, Andrea Chiavelli, che è l’ad del Napoli, e Roberto Calenda hanno preso un ricco caffé ieri e rinchiusi tra le pareti di un luogo rimasto segretissimo, hanno cercato di scorgere un orizzonte: Osimhen ha il contratto in scadenza nel 2025 e nessuna intenzione – né lui, né il suo procuratore – di liberarsi tra diciotto mesi a parametro zero. La riconoscenza è un sentimento che va oltre il danaro, che però non ha un ruolo irrilevante o marginale, e Calenda, ripartito in serata da Napoli, e De Laurentiis, ne sono consapevoli.
Il velo del silenzio è stato squarciato però il Napoli e Osimhen rimangono ancora fisicamente lontani, anche se ideologicamente c’è convergenza d’interessi e ieri sera centravanti e presidente hanno cenato insieme alla festa di Natale: De Laurentiis vuole mettere in sicurezza – contrattuale ma anche umorale – il suo attaccante, per il quale il Chelsea si lancerebbe a corpo morto e con una valigia piena di sterline – e Osimhen, che ormai è una stella, insegue il riconoscimento economico della propria statura internazionale. È il gioco delle parti.