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Lindström al Napoli somiglia sempre più a De Ketelaere al Milan

Preferì il Napoli al Liverpool per giocare di più. Per Giuntoli era il nuovo Zielinski. Qui due allenatori su due non hanno ancora capito il suo ruolo

Lindström al Napoli somiglia sempre più a De Ketelaere al Milan
Ci Napoli 08/11/2023 - Champions League / Napoli-Union Berlino / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Jesper Liindstorm-Robin Gosens

Jesper Lindström è stato l’acquisto del Napoli più costoso dell’ultimo mercato estivo. Pagato 25 milioni di euro, l’ex Eintracht Francoforte ha firmato un contratto fino al 2028. Eppure corre il serio rischio di diventare una meteora.

Arrivato come sostituto di Lozano negli ultimi giorni di mercato (anche se sul suo ruolo ci sarebbe tanto da dire, Giuntoli lo aveva scelto per prendere il posto di Zielinski), finora ha collezionato 11 presenze e appena 180 minuti in campo; numeri decisamente insufficienti per un calciatore che aveva rifiutato il Liverpool per avere più minutaggio nelle gambe. Il danese aveva affermato:

«I Reds mi volevano, sì, ma quanto avrei giocato? Sarebbe stato intelligente andarci? Sono un loro tifoso, ma se non gioco allora tanto vale sedermi a guardarli in tv. Ho 23 anni, un’età in cui devo giocare un po’: ecco perché penso che il Napoli sia un buon cambiamento. È uno dei migliori club del mondo e hanno detto che giocherò. Che avrò molte chance».

Queste promesse, ad oggi, non sono state mantenute e Lindström sta seriamente rischiando di fare la fine di De Ketelaere con il Milan lo scorso anno; il belga per ritrovare fiducia ha dovuto lasciare il club che aveva investito circa 30 milioni su di lui… per il danese accadrà lo stesso?

I due tecnici, prima Garcia e ora Mazzarri, non hanno ben capito che tipo di calciatore sia, tanto che le sue sono state sempre brevi apparizioni (eccetto il match contro il Lecce in cui ha giocato quasi un’ora). Il Napolista il 21 settembre dopo la partita a Braga:

È lui il primo vero oggetto misterioso del nuovo vecchissimo corso Garcia. È l’under 23 più costoso della Serie A. Uno che aveva un appeal in Europa, che De Zerbi avrebbe voluto al Brighton (una parola di De Zerbi al cambio attuale vale circa uno 0,9 di Guardiola, insomma: oro). Di quel reparto superaffollato Lindström è l’unico che in pratica non ha mai giocato: Raspadori, Politano, Kvaratskhelia ed Elmas, chi più chi meno è stato incastrato nel puzzle di supporto a Osimhen. Lui no.

All’apertura della finestra di mercato estiva, The Athletic lo aveva inserito tra i 50 giocatori under 25 dal profilo più interessante:

E’ difficile da descrivere. Ora ha 23 anni, ma è complesso dare una definizione corretta di lui. È un centrocampista offensivo che corre come un’ala. È verticale e ambizioso. Può segnare gol e può dribblare anche in condizioni difficili. Si è adattato molto bene al 3-4-2-1 di Oliver Glasner nell’Eintracht. Ha fatto grandi miglioramenti, ha vinto l’Europa League e lo stesso anno è stato premiato come Rookie of the Year della Bundesliga (premio che si dà al giocatore migliore nel suo primo anno in campionato). E’ difficile, però, prevedere che cosa possa diventare lontano da quel gruppo. È veloce e dinamico. Bravo nel dribbling. Eppure – prosegue – a volte manca di raffinatezza. Ottimo in fase di copertura. Ed è tatticamente consapevole di ciò che  accade intorno a lui. (…) Non sempre è pulito e non sempre vince i contrasti o ruba palla in modo pulito. Ma sa anticipare bene le mosse degli avversari.

Non si è visto nulla di tutto ciò, probabilmente per lo scarso spazio concessogli o forse perché i tecnici non lo hanno ancora capito. È questa un’altra stranezza che accompagna il soggiorno napoletano di Lindström. Due allenatori su due non riescono a comprendere quale sia la sua posizione in campo. Eppure parliamo di un calciatore che ha contribuito alla vittoria dell’Europa League con l’Eintracht, nonché nazionale danese. I giornalisti danesi non si capacitano che sia finito nel dimenticatoio. Mazzarri di lui ha detto:

«Sono riuscito a guardare dei filmati dove giocava nella sua ex squadra per capire dove può giocare. Qui c’è un modulo ormai consolidato, devo capire dove inserirlo, è bravo ma ancora lo devo capire bene».

Sul ruolo di Lindström aveva scritto La Gazzetta dello Sport:

Alla base c’è forse un equivoco tattico, nel senso che Lindström si adatta come esterno ma è più un trequartista.

E allora la domanda sorge spontanea: perché il Napoli ha pagato 25 milioni per un vice-Politano che in realtà è un trequartista o una mezzala? E soprattutto, Lindström è il De Ketelaere 2.0?

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