Il Napoli è un disastro, nel pieno di un dramma che ha prospettive imprevedibili (Corsport)

È apparentemente sfortunato. Scopre d’essere finito in un incubo. 19 dicembre 2023, e chi la dimentica?

Mazzarri Napoli

Napoli's Italian head coach Walter Mazzarri reacts during the UEFA Champions League 1st round day 6 Group C football match Napoli vs Sporting Braga at the Diego Armando Maradona stadium in Naples on December 12, 2023. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

Il Napoli è un disastro, nel pieno di un dramma che ha prospettive imprevedibili. Lo scrive il Corriere dello Sport con Antonio Giordano.

Il Napoli è un disastro, è apparentemente sfortunato – gol annullato da arbitro e Var, un palo esterno di Raspadori, uno pieno di Mario Rui all’8’ del secondo tempo – ma quando pensa di potersela spassare (spazio a Lobotka, a Osimhen, a Kvara, a Di Lorenzo a sinistra) scopre d’essere finito in un incubo e di nuovo psicologicamente nel pieno di un dramma (calcistico) che ha origini certe e prospettive imprevedibili. Ma è la notte del Frosinone: 19 dicembre 2023, e chi la dimentica?

Il Frosinone è meraviglioso nel suo incedere, attacca nelle ampiezze e nelle profondità, si prende tutto, non lascia assolutamente niente, anche se ne ha cambiati otto rispetto al Lecce, ma corre in avanti, tra le linee: pensa alla Juve, ovvio, forse a quella che troverà sabato e pure a quella che potrebbe incontrare nei quarti di finale, se la Vecchia Signora si libererà il 4 gennaio della Salernitana.

MAZZARRI HA PERSO 4 PARTITE IN 7 GARE, GARCIA HA PERSO 4 PARTITE IN 16 GARE (NAPOLISTA)

Il Napoli di Mazzarri è fuori dalla Coppa Italia. Ha subito una sconfitta che definire umiliante è poco. Ha perso 4-0 in casa contro il Frosinone. Abbiamo scritto che evidentemente (e anche incomprensibilmente) la Coppa non era una priorità degli azzurri altrimenti il tecnico non avrebbe schierato una formazione suicida con un solo titolare (Mario Rui) e zeppa di riserve. Conta poco che poi i gol siano arrivati nella ripresa quando il Napoli ha cominciato a far entrare i pezzi grossi.

Facendo un po’ di conti, Mazzarri allena il Napoli da sette partite. La prima è stata il 26 novembre a Bergamo. Cominciò con una vittoria. E si cominciò a gridare al cambiamento, al vento nuovo. Facciamo un inciso: l’arrivo di Mazzarri a Napoli è stato salutato da stampa e tifosi come se fosse arrivato un incrocio tra Guardiola e Van Gaal. Parliamo di un allenatore che fece benissimo qui più di dieci anni fa. Fu il tecnico che fece entrare il Napoli nell’età adulta. Poi, però, la sua carriera è andata progressivamente in calando. Ovviamente non stiamo dicendo che è tutta colpa di Mazzarri, così come non lo era di Garcia. Questo è il Napoli di De Laurentiis e di nessun altro. Lo abbiamo scritto tante di quelle volte che non c’è bisogno di soffermarci oltre. 

Però i numeri sono interessanti. Dopo la vittoria sull’Atalanta, il Napoli è andato a Madrid in casa del real e ha perso 4-2. Anche qui nessuno ha fiatato, tutte le responsabilità sono state attribuite a Meret. Poi Napoli-Inter 0-3 e nessuno ha fatto una piega. Stavolta il colpevole è stato l’arbitro reo di non aver fischiato per un presunto fallo di Lobotka su Lautaro Martinez in occasione del primo gol nerazzurro. Non pago, Mazzarri ha perso la terza partita di fila: stavolta allo Stadium contro la Juventus. Anche qui nessuno a Napoli ha contestato. Anzi, secondo Radio popolo il Napoli avrebbe giocato bene e tutte le menate sul calcio contemporaneo.

Dopodiché sono finalmente arrivate due vittorie: contro il Braga e contro il Cagliari (non proprio due squadre irresistibili). Fino al disastro di Coppa Italia: Napoli-Frosinone 0-4.

In sette partite, Mazzarri ne ha vinte tre e ne ha perse quattro.

Il suo predecessore Garcia ha disputato sedici partite: ne ha vinte otto, ne ha pareggiate quattro, ne ha perse quattro. Ne ha perse quattro: quante Mazzarri in sette partite.

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