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Barzagli: «Questa Juve ricorda la prima di Conte, c’è ancora chi discute Allegri»

Alla Gazzetta: «La ricorda per i tanti giocatori che vanno in gol e per l’anima gregaria. Con Mazzarri il Napoli ha ritrovato fiducia e serenità»

Barzagli: «Questa Juve ricorda la prima di Conte, c’è ancora chi discute Allegri»
Mg Milano 06/01/2022 - campionato di calcio serie A / Milan-Roma / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Andrea Barzagli

Barzagli, ex giocatore bianconero, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport.

Sull’effetto che fa vedere la Juve al primo posto:
«Il primo posto della Juventus è meritato. La vittoria di Monza, conquistata in quel modo, è ancora più importante del pareggio nel derby d’Italia contro l’Inter»

Perché?
«Il derby d’Italia giocato alla pari ha aumentato consapevolezza e convinzione dei bianconeri. Un po’ come dire: ci siamo e ce la giochiamo fino alla fine. Ma poi con il Monza era fondamentale vincere e la Juve lo ha fatto. E trionfare al 94’, con quella reazione di forza e rabbia dopo aver subito il pari pochi minuti prima, vale moltissimo. Gli scudetti passano da queste vittorie, determinate e sporche. L’1-1 del Monza poteva essere fatale, invece la Juve è ripartita subito in avanti con 4-5 uomini: Rabiot è stato straordinario e Gatti ha segnato con cattiveria. C’è un altro spirito rispetto allo scorso anno».

Sulla rinnovata fiducia di Giuntoli per il mister:
«Mi sorprende di più che qualcuno, esternamente, metta ancora in discussione Allegri. Adesso sono necessarie serenità, compattezza e Giuntoli lo sa».

Il giocatore che lo sorprende di più:
«McKennie: sembrava dovesse andare via, invece si sta dimostrando molto prezioso. Ma sono cresciuti un po’ tutti: Bremer è
diventato una certezza, Gatti ha una convinzione diversa, Rugani ha giocato su ottimi livelli nell’ultimo periodo. Locatelli è
sempre più leader, Nicolussi Caviglia si è fatto trovare pronto. Senza dimenticare Cambiaso, Kostic…».

La sua prima Juve di Conte (2011-12), senza Coppe e scudettata, dopo 14 giornate aveva 3 punti in meno di quella attuale. Sensazioni?
«Squadre diverse, ma accomunate dallo stesso spirito e dalla medesima voglia di rifarsi. Questa Juve, al di là di tutti i discorsi, è convinta e giocherà per lo scudetto fino alla fine».

Poi ha aggiunto:
«Sì. Oltre all’assenza dalle Coppe, questa Juve ricorda quella del 2011-12 per i tanti e diversi giocatori che vanno in gol e per l’anima gregaria. Se non segnano Vlahovic e Chiesa, ecco Rabiot, Gatti, Bremer, Cambiaso».

Su Vlahovic che ha segnato solo contro l’Inter e Chiesa che non segna da settembre:
«Sapere che in un modo o nell’altro gol lo fai, è importantissimo: trasmette sicurezza. Vlahovic con il Monza è stato sfortunato, ha sbagliato il rigore. Chiesa i gol li segnerà, come pure Milik e Kean. E la solidità, nonostante le 3 reti incassate nelle ultime 3 partite, mi sembra la stessa del periodo in cui non ne subivano».

Su Napoli-Inter:
«Allegri e i giocatori daranno una sbirciata, ma niente di più. Meglio stare concentrati su se stessi. Sono più curioso io: l’Inter è molto forte, però il Napoli con Mazzarri sembra aver ritrovato fiducia e serenità».

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