“Come potrebbe Messi non meritare il suo ottavo Pallone d’Oro? E’ stato un Maradona che ha potuto concentrarsi solo sul calcio”

Il Pallone d’oro a Messi invece che a Haaland è un’onda lunga. Il dibattito si attenua, prima della risacca. Ne scrive ancora, stamattina, Rafa Cabeleira sul Paìs. Cercando di dare una misura ad una cosa non quantificabile: la grandezza. “Gli argentini misurano quasi tutto in arrosti e Messi è stato paragonato così tante volte a Ronaldo che non riusciamo più a immaginare la giusta misura dell’uno senza l’altro. È il loro campo da calcio. O i loro ospedali”.
Ma “Messi è stato paragonato anche a Maradona per l’ovvio: è l’unico essere sulla terra che voleva essere Diego e lo è stato. Un Diego concentrato sul calcio, lontano dalla droga, dall’alcol e dai troppi amici che lo riempivano di tutto ciò che chiedeva”.
“Messi, che è Maradona senza tutto ciò che rendeva l’idolo una bambola di pezza, anche una famiglia che lo ha protetto dal successo non appena ha iniziato a dare segni di essere un seguace dei suoi sogni. Per questo non ha avuto bisogno di chiamare qualcuno che non fosse fratello. Ecco perché pesa così tanto l’opinione dei suoi genitori, dei suoi fratelli, di sua moglie e forse anche quella dei suoi figli”.
“C’è chi dice che la MLS non è un calcio altamente competitivo, né di alto livello. E che nessuno vince il più alto riconoscimento individuale assegnato dal calcio in un solo mese, anche se i Mondiali si tengono ogni quattro anni. E non importa quanto tutti vivano e muoiano per avere la possibilità di sollevare la Coppa del Mondo, inclusi Messi, Cristiano Ronaldo e Maradona. “Il mio sogno è giocare un Mondiale”, rispose Diego nel 1970 quando gli fu chiesto. “E la seconda è diventare campione”. Il calcio è uno sport di legno in cui si fora e non si sanguina, che cerca di uccidere e non muore. Al contrario, ci permette di sognare. A loro e a noi. Ai protagonisti e ai penitenti. Come potrebbe Messi non meritare il suo ottavo Pallone d’Oro? Cosa meritiamo allora tu o io?”.