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Christillin: «La mia rivalità con l’Inter è nata nel ’67. Li superammo all’ultima giornata»

Alla Gazzetta: «La Juve è tornata squadra. L’Inter gioca meglio e ha una rosa più completa»

Christillin: «La mia rivalità con l’Inter è nata nel ’67. Li superammo all’ultima giornata»
Db Milano 23/09/2019 - The Best FIFA Football Awards / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Evelina Christillin

Evelina Christillin, da sempre legata alla famiglia Agnelli e oggi membro della Uefa nel Consiglio della Fifa, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport, in vista dell’imminente derby tra Inter e Juve.

Christillin ricorda un episodio del finale di stagione del campionato del 1967: «Ricordo che superammo l’Inter all’ultima giornata grazie a una papera del portiere Sarti contro il Mantova e vincemmo lo scudetto. Era il primo anno in cui facevo l’album delle figurine, così è nata la mia rivalità con i nerazzurri. Di Juve-Inter ne ho vissuti tanti, quando Pellegrini era presidente era solito invitare me e Romiti a pranzo prima delle partite e ci faceva mangiare come se fossimo a un matrimonio. Ero legata anche a Moratti, adesso ci sono Ausilio, Antonello e in particolare Marotta. La rivalità è bella forte, ma l’affetto resta e va oltre».

Sarà uno Juve-Inter d’alta quota: sente che il vento è cambiato per i bianconeri?
«Per il tricolore è ancora molto presto, però è bello essere tornati lassù e affrontare la capolista con due soli punti di distacco e con la possibilità di superarla e andare in testa. Tra l’altro si giocherà il giorno prima del mio compleanno e io spero che la Juve mi faccia un bel regalo…»

Christillin lei crede allo scudetto?
«Certo che ci credo, ma con prudenza: l’Inter gioca meglio e ha una rosa più completa, però la Juventus con una super difesa e con la grinta è arrivata dove non si pensava. Noi tifosi siamo reduci da un anno orribile e pensavamo di portarci iella da soli. Anche i miei gufi erano diventati silenti. Siamo partiti molto prudenti ma sta andando meglio di quanto si potesse predire»

Che cosa è cambiato rispetto a una stagione fa?
«La Juve è tornata squadra. Manca ancora un attacco che faccia la differenza, ma la difesa è straordinaria e c’è la voglia che è mancata l’anno scorso. Gli avversari hanno di nuovo paura della Juventus»

A proposito di attaccanti, avrebbe fatto lo scambio Vlahovic-Lukaku?
«No. Io ragiono da economista e dico che è stato giusto tenere Vlahovic perché è stato un investimento importante e bisogna aspettare il rendimento. Dusan va aspettato, è giovane però deve rendere di più, ha la capacità di farlo, lo abbiamo visto a Firenze. Nella mia chat del tifo, dove c’è anche Bonaccini (presidente dell’Emilia Romagna, ndr), tanti rimpiangono Romelu ma io non sono di quel partito»

Si iscriverebbe al partito di Allegri, spesso criticato per il gioco?

«Io sto dalla sua parte perché ha tenuto la barra dritta in un momento in cui era facile perdere il controllo. Per leadership e aspetto manageriale non si discute, quanto al gioco, il suo è questo. Certo, a volte non è divertente veder giocare la Juventus, ma alla fine conta il risultato. C’è tutto di Max in questa rinascita»

Come vive da tifosa le settimane di Champions senza la Juve?
«Con grande serenità. Senza Europa ci si può concentrare su campionato e Coppa Italia. Così la Juve non ha alibi. Vivo questa stagione come un punto zero, vedere giocare gli altri non è bello ma io faccio sempre il tifo per le italiane, anche per il ranking: spero di avere 5 squadre in Champions nel 2024-25…»

 

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