Pardo: «Per Kvaratskhelia le sfide di aprile col Milan restano una ferita aperta»
Sulla Gazzetta: lui contro Leao, descrive la "categoria filosofica di chi, da George Best in giù, parte largo per poi cambiare il destino delle partite"

Db Napoli 02/03/2023 - campionato di calcio serie A / Napoli-Lazio / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Khvicha Kvaratskhelia
Pierluigi Pardo scrive di Napoli-Milan per la Gazzetta dello Sport. Partita che si gioca alla vigilia del compleanno di Diego Armando Maradona.
Da una parte Leao:
“Un velocista puro, non ama ricevere il pallone da fermo ma lo vuole in profondità. Ha bisogno di spazi larghi per esaltare le proprie doti di progressione. I suoi detrattori dicono che è barocco e certamente incostante. Ci sta. La sua sfida per il futuro è aumentare il proprio grado di concretezza e efficacia, anche realizzativa. Al tempo stesso però il Milan non può non interrogarsi su come aiutarlo, su cosa è possibile fare per esaltarne il talento. Credo non esista altra scelta”.
Ma è proprio al Maradona che il portoghese regala il meglio del suo talento. Prosegue Pardo:
“Il Maradona sa esaltarlo. Ad aprile dopo aver saltato l’andata in campionato per squalifica giocò forse la miglior partita dell’intera stagione, impreziosita dalla doppietta. Due gol alla Leao, in purezza. Tagli diagonali a mangiarsi il campo, velocità e coordinazione. Due perle favorite dall’aver avuto a disposizione enormi quantità di spazio, il suo principale alleato”.
Dall’altra parte Kvaratskhelia:
“Una qualità speciale nell’uno contro uno più stretto, nelle sterzate improvvise, nei tocchi continui, in pochi metri, che possono mandare fuori giri i difensori avversari. A Berlino ha letteralmente inventato il pallone decisivo, una giocata fatta di bellezza concreta. Al Bentegodi, una settimana fa, è stato per distacco il migliore. Le sfide di aprile contro il Milan, soprattutto l’incrocio in Champions, restano per lui una ferita aperta”.
I confronti nel calcio sono parte di un dibattito, per cui spesso sarebbe più giusto metterli da parte per godersi due futuri campioni. Tuttavia, quando si parla dei due migliori esterni sinistri della Serie A, è difficile non farci un pensiero.
Due esterni che hanno accolto nella loro mente la:
“Categoria filosofica di chi, da George Best in giù, è abituato a partire largo per dare qualità e cambiare il destino delle partite”.