Napoli e Inter non convincono ma sono quasi agli ottavi di Champions (Gazzetta)
La squadra di Garcia sa vincere anche senza Osimhen. Azzurri più forti anche delle debolezze attuali: Lobotka non ha mai sbagliato tanto

Napoli's Italian forward #81 Giacomo Raspadori (R) celebrates scoring the opening goal with his teammates Napoli's Italian defender #22 Giovanni Di Lorenzo (C) and Napoli's North Macedonia midfielder #07 Eljif Elmas (L) with their fans during the UEFA Champions League group C football match 1 FC Union Berlin v SSC Napoli at the Olympic Stadium in Berlin on October 24, 2023. (Photo by John MACDOUGALL / AFP)
Napoli e Inter non convincono ma sono quasi agli ottavi di Champions. Lo scrive la Gazzetta dello Sport nell’editoriale di Stefano Agresti.
Due balzi in avanti. Non decisivi, non ancora almeno: per qualificarsi agli ottavi di Champions, a Inter e Napoli manca ancora qualcosa. Poca roba, per la verità: a Inzaghi sarà sufficiente vincere a Salisburgo per garantirsi la qualificazione; Garcia dovrà battere l’Union Berlino in casa e a quel punto servirà un mezzo miracolo al Braga per scavalcarlo. Ci siamo quasi, insomma. Inter e Napoli avanti a braccetto, con partite in fondo simili: senza essere così convincenti, meno che mai entusiasmanti; con qualche rischio che poteva e doveva essere evitato. Tant’è: gli ottavi sono lì.
È stato un altro piccoletto, Raspadori, a trascinare il Napoli oltre il muro dell’Union. Per scalarlo, gli azzurri si sono dovuti liberare delle loro debolezze attuali. Lobotka, ad esempio: raramente lo avevamo visto sbagliare tanto. Gli ultimi due risultati (il 3-1 di Verona, l’1-0 di Berlino) dicono che la squadra di Garcia sa vincere anche senza Osimhen: in campionato avevano segnato Politano e Kvaratskhelia, stavolta il georgiano ha ispirato Raspadori con una magia. Fuori il centravanti titolare, dentro Jack (più De Laurentiis, sempre presente): il Napoli va.
LA MALINCONIA PER IL NAPOLI DI CHAMPIONS DELL’ANNO SCORSO (GAZZETTA)
S’è capito, non è stato un bel Napoli. Ripensando all’ultima Champions, ai successi prepotenti su Liverpool, Ajax e Rangers, viene un po’ di malinconia. Il Napoli ha cambiato gioco e atteggiamento. Non sa più dominare con il possesso palleggiato, elegante e letale che innescava le fughe di Kvara, i gol di Osimhen e le discese di Zielinski. L’assenza del nigeriano non può essere un alibi: pur coprendo tutto l’attacco come Raspadori non può per ovvie questioni morfologiche, Osi avrebbe sofferto lo stesso. L’Eintracht, sempre tedesco, sicuramente più forte dell’Union, era stato travolto negli ultimi ottavi dalla furia intelligente del Napoli, offensivo poi coperto e ripartente, sempre bravo a leggere le situazioni della partita e a cambiare