Leao a Napoli segnò grazie a Brahim Diaz e Tonali che oggi non sono nel Milan (Gazzetta)

Oggi un rifinitore come Diaz e un recuperatore come Tonali, il Milan non ce li ha. È un altro Milan

Pioli Leao

AC Milan's Portuguese forward Rafael Leao makes a decisive assist for AC Milan's French forward Olivier Giroud (not in picture) to open the scoring during the UEFA Champions League quarter-finals second leg football match between SSC Napoli and AC Milan on April 18, 2023 at the Diego-Maradona stadium in Naples. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

Leao gioie e dolori del Milan. Milan che però ha una squadra diversa dallo scorso anno. Secondo la Gazzetta di qualche giorno fa più debole. Ecco infatti cosa scrive la Gazzetta oggi ricordando lo 0-4 dello scorso anno al Maradona.

Rafa partecipa meno, aiuta meno, ma, soprattutto, tira meno, La metà di Kvara. È qui che Pioli chiede a Rafa di crescere: nell’aggressione alla porta, nella presenza in area, nella cattiveria al tiro. Il Milan che ha messo in fila 5 match di Champions senza reti e che non ne ha segnate a Juve e Psg; il Milan che ha un centravanti di 37 anni, all’asciutto dal primo settembre, ha un vitale bisogno di ritrovare il Leao del 4-0 al Maradona. Ma, notare: il primo gol lo segnò grazie a un invito illuminato di Diaz nella profondità; il secondo grazie a Tonali che sradicò la palla dai piedi di Zielinski. Oggi un rifinitore come Diaz e un recuperatore come Tonali, il Milan non ce li ha. È un altro Milan. Può crescere, ma solo se cresce il giocatore migliore: Rafa Leao.

Come ricorda il Corriere del Mezzogiorno:

Il Milan è reduce da due sconfitte contro Juventus e Paris Saint Germain, tra infortuni e difficoltà ha smarrito la fluidità nel gioco che aveva messo in mostra prima della sosta, nelle ultime quattro gare ha segnato un solo gol: quello di Pulisic a Genova.

LA GAZZETTA SUL MILAN PIÙ DEBOLE

È arrivato il momento di chiedersi se il Milan degli algoritmi si sia davvero rinforzato rispetto alla stagione scorsa. Con la campagna estiva del 2022 considerata fallimentare, il Milan degli umani – Paolo Maldini e Frederic Massara – si era piazzato al quarto posto, per la penalizzazione della Juve, raggiungendo la semifinale Champions. Per ora la squadra di Pioli è seconda in classifica, ma rischia di uscire subito dall’Europa: in tre partite mai un gol. Di più. Ha perso tutti i match più importanti: umiliata dall’Inter, affondata dalla Juve, travolta dal Psg.

E ricorda come sono stati investiti gli oltre cento milioni destinati al mercato (la gran parte finanziati dal passaggio di Tonali al Tottenham).

Il problema è come sono stati investiti quei 100 e passa milioni, su che tipo di giocatori. Al Milan mancavano soprattutto i gol. Dunque serviva un grande attaccante, perché Ibrahimovic da quest’estate è un ex. Chi l’ha sostituito? Nessuno. Jovic, dopo i flop con Real e Fiorentina è arrivato sul traguardo al posto di Origi.

Anziché prenderne uno super da 80 milioni che ti cambia la vita – è successo al Napoli con Osimhen – se ne scelgono quattro da 20 milioni contando sul fatto che uno o due possano ripagare gli altri. C’è poco da stupirsi: il profitto è la ragione sociale di un fondo d’investimento, il margine che ne garantisce l’esistenza.

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